Piazza Cavour

La splendida Fontana del Sele, con i suoi incantevoli giochi d’acqua che riverberano onde sonore e caleidoscopici scintillii verso ogni angolo di Piazza Cavour, non rappresenta solo un elegante elemento decorativo al centro di una piazza cittadina, ma è lì, e sembrerebbe da sempre, a testimoniare il flusso di una vitalità che a Foggia non è mai venuta meno, anche negli anni più bui della sua storia. 

E pensare che il destino di uno dei più potenti simboli identitari di Foggia avrebbe dovuto essere quello di essere demolita e sostituita subito dopo le celebrazioni per la storica realizzazione del tratto foggiano dell’Acquedotto Pugliese, nel 1924. 

La fontana, e quell’acqua, cercata ed attesa per secoli, hanno invece continuato a simboleggiare la speranza di vita di una città e di una intera comunità duramente provate dall’orrore della guerra, che ha lasciato profonde ferite anche a Piazza Cavour. 

Il propileo neoclassico, elegante filtro che separa la vasta spianata pentagonale della piazza dalla meravigliosa Villa Comunale, ribattezzata Parco Karol Wojtyla, è infatti la ricostruzione post bellica dell’originale ottocentesco, distrutto dai bombardamenti nel 1943. 

Lungo i restanti lati del pentagono, o in corrispondenza dei cinque angoli, sono disposti altri edifici in dignitosa rappresentanza delle istituzioni foggiane. Sobrio e decoroso, il Palazzo dell’Università “presidia” un angolo della piazza, che seppur smaterializzato per posizionare la facciata principale dell’edificio ne risulta, in realtà, quasi accentato. 

Più singolare è il Palazzo dell’Acquedotto Pugliese, edificato in stile liberty subito dopo la fontana “provvisoria”, che si caratterizza per le due cupole sovrastanti il volume principale, di cui una proprio sullo spigolo prospiciente la piazza.

La sensazione che si ha, ancora oggi, è che la vita di Foggia sgorghi proprio da Piazza Cavour. La particolarità della sua forma e dello spazio così definito, i traguardi prospettici verso la Villa Comunale fra le colonne del propileo, le principali e più eleganti vie cittadine che sembrano irradiarsi dalla centralità della Fontana del Sele, tutto si concentra in questo luogo per rilanciare e rafforzare i flussi vitali di una comunità che non ha mai smesso di riconoscersi in simboli che il volto più buio della Storia ha tentato, invano, di strapparle.       

Il Territorio
Foggia

Sorge nel cuore della pianura del Tavoliere delle Puglie laddove è inscritta una delle più antiche storie archeologiche dell’Italia e d’Europa: gli insediamenti originari di Foggia ci riportano infatti alla millenaria storia del Neolitico, nel VI millennio a. C. attraverso il fascino di diversi scavi archeologici che si rivelano nella bellezza di vere e proprie culle contemporanee di quella che fu l’età della pietra. 

Ma Foggia, come altri centri pugliesi, è città che si racconta anche attraverso gli affascinanti influssi storici della dominazione bizantina e normanna: è a Foggia che Federico II di Svevia, nel 1223, fece edificare per sé e la sua corte, una sfarzosa residenza facendo della città un considerevole centro amministrativo e giudiziario e dotandola del prestigio di un’importante università. 

Ferita da un terribile terremoto nel 1731 e dai bombardamenti che la colpirono nel corso della seconda guerra mondiale, Foggia, città moderna, riesce ancora ad ammaliare grazie alla bellezza italica di un importante centro storico arricchito da antichi palazzi, chiese e monumenti di epoca federiciana: così è passando per l’arco di Federico II accostato al museo civico o riscoprendo la maestosità del Duomo del XII secolo ovvero la Cattedrale dedicata alla Beata Vergine Maria Assunta in Cielo, prezioso scrigno dell’Iconvetere, una tavola che rappresenta l’immagine rarissima della Vergine Kyriotissa; tra le architetture civili, Foggia fa tesoro di quello che nel 2013 è stato riconosciuto dall’Unesco come Monumento e Sito messaggero di una Cultura di Pace, è il Palazzo della Dogana che fu sede della Regia Dogana della Mena delle Pecore di Foggia durante il XVIII secolo, punto nevralgico in tutta l’Italia Meridionale nello scambio di merci e di culture. 

Uscendo dal centro storico la città si rivela ancora attraverso la delicatezza dei suoi viali alberati e le belle piazze ariose mentre riaffiorano alla luce della contemporaneità alcune parti di camminamenti sotterranei, veri e propri ipogei utilizzati in epoca medievale come collegamento con gran parte del suo centro antico.

(Continua)