Abbazia Benedettina di San Michele

È un autentico gioiello architettonico, che si rivela attraverso spazi di suggestiva bellezza: l’Abbazia benedettina di San Michele Arcangelo è stato un luogo di culto e di meditazione, di dedita vita monastica, di ricercata spiritualità; la purezza della grazia ascetica che abitò queste mura sembra ancora sussurrata dalla luminosità filtrata e riflessa nei due chiostri rinascimentali, nel cadenzato susseguirsi delle loro eleganti colonne, nell’esemplarità monumentale del pozzo monolitico con l’immagine di San Michele e nell’ingegnosità di generose cisterne atte a conservare, un tempo, il prezioso bene delle acque e oggi suggestivi sotterranei.

La pedante attività dei monaci miniatori riecheggia invece nella splendida sala della Biblioteca dell’Abate le cui pareti custodiscono un magnifico ciclo di affreschi del Seicento: tra delicatissime colorazioni si riconoscono gli affreschi dei santi Domenico e Francesco ma anche di filosofi come Platone e Aristotele fino alle figure allegoriche delle virtù teologali e cardinali.

Uscendo ci si chiuderà alle spalle uno splendido portale rinascimentale, realizzato dallo scultore cinquecentesco Altobello Persio, mentre, in un timido voltarsi indietro, non potrà sfuggire l’imponente bellezza di un campanile che si staglia nell’azzurro di un limpido cielo lucano.   

Il Territorio
Montescaglioso

È come entrare a far parte di un’immagine semplicemente bella e senza tempo: Montescaglioso è l’incanto paesaggistico che si sprigiona alla vista di un borgo catturato nell’autenticità di una dimensione sospesa e che lo adagia lungo il morbido rilievo di una collina dell’entroterra lucano, in un luogo impregnato di storia che, tra percorsi naturalistici, concede allo sguardo lo stupore di imbattersi tra le preziose testimonianze di svariate epoche laddove i segni di un’antica Magna Grecia possono incrociare i brandelli di originarie mura normanne e laddove il verde sparpagliato di una terra brulla e arida può nascondere profondi solchi che scolpiscono rupi, grotte e gravine che spesso scivolano nell’intarsio di un paesaggio nel paesaggio, quello delle oltre 150 chiese rupestri del Parco Archeologico Regionale del Materano (Patrimonio dell’Umanità insieme ai Sassi di Matera). 

Cultura e natura, storia e archeologia, architettura e religione, folclore e tradizione si inerpicano tra i saliscendi collinari fino a raggiungere l’arco di Porta Sant’Angelo, storico ingresso del centro di questo piccolo borgo che si dipana in un suggestivo dedalo di stradine acciottolate, casette addossate e architetture religiose: l’Abbazia Benedettina di San Michele Arcangelo, il convento degli Agostiniani, il convento dei Cappuccini e il Monastero della Santissima Concezione sono i quattro complessi monastici che fanno di Montescaglioso la “città dei monasteri”, autentici gioielli di architettura sacra e scrigno di tesori artistici. 

Bellezza ed architettura si ritrovano anche nelle tracce storiche del Castello Normanno organizzato intorno ad un cortile e trasformato poi in un palazzo con facciata in stile neomedievale. 

Ma ad accendere di suggestive atmosfere le vie di Montescaglioso sono anche le maschere demo antropologiche di un Carnevale che è insieme festa e tradizione: così, sospesi su un filo teso tra finestre o balconi, da un capo all’altro della via, nei giorni allegorici, si incontrano le sette figure della Quaremma e dei suoi figli, i caratteristici fantocci in paglia che nel fascino di una tradizione popolare rappresentano le sette settimane della Quaresima, la penitenza e il digiuno; mentre la notte della vigilia dell’Epifania si veste del nero dei Cucibocca, figure ancestrali di un’antica e misteriosa tradizione che segna la fine delle festività natalizie e l’approssimarsi della Quaresima… 

E tutto avviene, sempre, in un’atmosfera unica, in quell’incrocio suggestivo di vicoli, case e chiese che sanno generare incanto nell’incanto, che rifulgono di autentica bellezza e nella bellezza autentica di un paesaggio straordinariamente italico.

(Continua)