Cattedrale di Santa Maria Assunta

È il simbolo della città, sede vescovile e principale luogo di culto cattolico: la Cattedrale di Santa Maria Assunta a Cosenza è un autentico monumento che, il 12 ottobre 2011, l’Unesco ha riconosciuto come “Testimone di cultura di Pace”. 

Le sue secolari pietre evocano un profondo senso dell’antico e del sacro e insieme raccontano di una lunghissima storia artistica espressa nella bellezza di più stili architettonici: fu eretta intorno alla metà dell’XI secolo sulle spoglie di una vecchia chiesa che venne rasa al suolo dal terremoto del 1184; il nuovo edificio venne consacrato alla presenza di Federico II di Svevia che portò in dono la Stauroteca, un prezioso reliquario a croce bizantina oggi custodito tra le mura del Museo Diocesano. 

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Il Duomo presenta una imponente facciata in stile neogotico mentre la pianta a croce latina conferisce alla struttura un impianto tipicamente romanico: all’interno si dispongono due file di pilastri che suddividono armoniosamente le otto campate delle tre navate; lungo la navata sinistra si aprono due cappelle in stile barocco, una delle quali realizzata in onore della Madonna del Pilerio di cui è custodita una preziosa icona bizantina risalente al XII secolo. 

Il Duomo è ancora oggi scrigno di diverse opere d’arte dall’indiscusso valore storico tra le quali il mausoleo di Enrico VII di Germania e il sepolcro, in stile gotico, di Isabella d’Aragona.

Il Territorio
Cosenza

La storia ne tramanda l’autenticità di essere stata influente capitale italica della civiltà Bruzia, è dunque una delle più antiche città della Calabria, la si ammira nel suo essere stata edificata tra i sette colli che si elevano nella valle del Crati alla confluenza con il Busento, in un luogo e in uno spazio dal fascino squisitamente italico che, nel tempo, è divenuto scrigno e custode di un imponente patrimonio intessuto di storia, arte, cultura e tradizione divenendo quella piccola grande Atene di Calabria che oggi, tra tanti tesori storici, accoglie anche il maggiore campus universitario italiano mentre un vivace e mai assopito fermento culturale continua a respirare tra le vie storiche del teatro di tradizione Alfonso Rendano o nello storico Cinemateatro Italia o, ancora, nelle stanze dell’Accademia Cosentina, nel prestigio del Museo dei Brettii, del Museo delle Rimembranze e del Museo all’Aperto Bilotti. 

Cosenza racconta la sua parte antica e ancora viva nella bellezza di un centro storico di grande interesse e da ricercare non solo nella sua notevole estensione quanto nella raffinatezza e nel pregio che ne contraddistingue palazzi signorili, chiese, monumenti e piazze che con linee pulite e materiali semplici, in un dedalo di vicoli stretti e tortuosi, non tradiscono l’armonia di un paesaggio intessuto tra morbide linee collinari e suggestive confluenze fluviali: così laddove il Crati incontra il Busento si mescolano ed alimentano le limpide acque di storia e leggenda se è vero che qui, in questa convergenza, trovarono degna sepoltura Alarico, il re dei Visigoti, e il suo tesoro; lungo la sponda sinistra del Crati si lascia scorgere poi la bella chiesa di San Domenico mentre sulla riva destra si affaccia la chiesa dedicata a San Francesco di Paola e, tra le due sponde, lo scorcio, austero e suggestivo, delle tre arcate a sesto ribassato dell’imponente Ponte di Alarico. 

Oltrepassare il ponte con lo sguardo rimanda poi a incanalarsi e perdersi fin nel cuore del centro storico laddove intercettare la bellezza e l’antico è smarrirsi tra le vie corredate di edifici storici, case come fortezze, altre chiese, conventi e piazze: lungo il Corso Telesio si lasciano ammirare la Casa delle Culture (del XVI secolo) e la chiesa Cattedrale, espressione di un limpido stile romanico gotico; dopo i conventi di San Gaetano e San Domenico, alle spalle del museo archeologico dei Bretii e degli Enotri, si scorge l’imponente mole di Palazzo Arnone che un tempo fu Tribunale e carcere e oggi è sede della Galleria Nazionale che lascia ammirare notevoli opere d’arte come l’icona originale della Madonna del Pilerio, la Stauroteca (pregevole croce reliquario che nel 1222 Federico II donò alla città per la riconsacrazione della Cattedrale) e i dipinti di Mattia Preti e Pietro Negroni assieme a quelli di Luca Giordano e Corrado Giaquinto. 

L’Elmo Arcaico realizzato da Mimmo Paladino e collocato su una vasca in marmo nero nella centralissima Piazza dei Bruzi, è la scultura bronzea che rievoca la leggenda di Alarico e la sua sepoltura nelle acque del Busento, un’opera che si fa espressione dunque di un legame che intreccia passato storico e simbologia moderna: perché a Cosenza il valore della storia antica ha lasciato spazio alla bellezza della modernità; gli antichi monumenti, come il millenario Castello Svevo di Federico II che domina dal colle la città, si fondono in modo armonioso con il volto nuovo di un’architettura più attuale, in un connubio tra passato e presente dove riesce a trovar spazio anche l’autenticità di un artigianato d’eccellenza che si esprime ancora nel fascino delle sue botteghe storiche, tra manufatti di ceramiche, vetro e strumenti musicali.

(Continua)