Cattedrale di Santa Maria del Fiore

Un meraviglioso e composto gioco di geometrie e di marmi policromi che calibrano lo stupore dello sguardo in un caleidoscopico decoro in cui risaltano il bianco di Carrara assieme al verde di Prato e al rosa di Siena e Monsummano; ci si perde come in un quadro ad incastri dinnanzi alla bellezza della Cattedrale di Santa Maria del Fiore che, nel cuore di Firenze, incanta gli sguardi di chi inevitabilmente è portato a chiedersi come sia stato possibile creare una tale meraviglia: merito indiscusso di autentici talenti artistici come Giotto e Brunelleschi, Vasari e Talenti e poi ancora Arnolfo di Cambio e Lorenzo Ghiberti. 

Santa Maria del Fiore è oggi la quarta chiesa d’Europa per grandezza, dopo San Pietro a Roma, Saint Paul a Londra e il Duomo di Milano e si estende per una lunghezza di 153 metri; fu costruita nell’arco temporale di 170 anni con l’obiettivo di superare, sia in grandezza che nella ricchezza di decori, marmi e sculture, le cattedrali toscane delle rivali Pisa e Siena. 

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L’interno è diviso in tre navate e custodisce uno straordinario patrimonio artistico costituito da opere di Donatello, Michelangelo, Benedetto da Maiano e il Ghirlandaio ma è volgendo lo sguardo verso la sommità interna della cupola che si può ammirare uno dei più grandi cicli affrescati del mondo, il Giudizio Universale: iniziato nel 1572 da Giorgio Vasari, che decorò solo il primo giro delle fasce concentriche, fu completato da Federico Zuccari che mediante la tecnica a tempera concluse l’opera per una superficie dipinta di 3600 metri quadri. 

Quella del Duomo è la più grande cupola in muratura mai costruita, domina maestosa sulla bellezza di Firenze e ne rappresenta la costruzione più alta, la si deve allo spirito architettonico del Brunelleschi: si erge su otto "vele" organizzate su due calotte di forma ogivale collegate fra loro; l’innovazione mirabile del Brunelleschi fu quella di voltare la cupola senza armature grazie all’uso di una doppia volta con intercapedine, una soluzione dal sorprendente effetto di equilibrio e proporzione tra le parti.

Il Territorio
Firenze

Firenze e l’altra Firenze

È al centro di un bacino attraversato dall’Arno, è circondata da colli e da luoghi unici come il borgo di Fiesole o la Certosa del Galluzzo, alcuni paesaggi sono come affreschi: c’è quello del Chianti, del Mugello o del Valdarno, ci sono gli antichi castelli, le pievi e le ville. 

Firenze si esprime ancora come la città dei grandi maestri, Giotto, Michelangelo, Brunelleschi, Donatello, Masaccio, Botticelli e Leonardo. Parla con la storia della lingua e della letteratura nella grandiosità di opere straordinarie come quelle del sommo poeta, Dante. Il suo tempo è un passato segnato dalla Signoria e legato alla dinastia dei Medici e al suo principe illuminato Lorenzo Il Magnifico. 

Poi c’è l’altra Firenze, quella d’Oltrarno che si manifesta come la città del popolo, sempre bella e suggestiva, perché è qui che trasuda la creatività degli antichi mestieri, il prestigio della tradizione e il saper fare che racconta, ancora, i talenti di un tempo. 

È tra il XII e il XIII secolo che l’artigianato fiorentino si sviluppa rientrando nella rosa delle Arti di Firenze, le corporazioni che definirono l’associazionismo di diverse professionalità, suddividendole in sette arti maggiori e sette minori: dalla Calimala ai Medici, dagli Speziali fino all’arte della Seta, a Firenze, accanto alle arti ci sono stati i mestieri degli artigiani del vetro, dell’oro, della ceramica, della stoffa e del cuoio, e ci sono ancora. 

Le botteghe artigiane sono talmente consolidate nel territorio da definire anche oggi il profilo vivace e prestigioso di questo distretto creativo e produttivo in cui si praticano i mestieri della tradizione, specie quella rinascimentale, e si realizzano prodotti artigianali come opere artistiche. 

L’eclettico itinerario del saper fare

Ci sono strade conosciute per l’antiquariato, luoghi dove si lavorano pietre preziose o si pratica l’incisione di legno, oro e argento; si trattano le stoffe che diventano moda, si lavorano le pelli e il cuoio; a mano si decorano la ceramica e la carta. 

Il motivo “a stoia” è il decoro che storicamente caratterizza le porcellane di Carlo Ginori, il marchese che nel 1735 ha dato origine alla Manifattura della Porcellana di Doccia, presso Sesto Fiorentino e che oggi, dopo la fusione con la Ceramica Richard di Milano, è entrata a far parte del gruppo Gucci, espressione di un Made in Italy che armonizza artigianato e creatività. 

A Piazza della Signoria, nel 1774, Francesco Pineider aprì una cartoleria e, avvalendosi della maestria degli artigiani locali, cominciò a proporre la personalizzazione di pregiate carte francesi e olandesi fino a divenire un punto di riferimento a livello europeo: Napoleone, Lord Byron e Stendhal furono suoi acquirenti. Oggi questa storica bottega fiorentina è un brand conosciuto in tutto il mondo per l’unicità delle sue creazioni che, oltre al materiale da scrittura contempla anche raffinati accessori in pelle della migliore tradizione toscana. 

Alle porte di San Frediano merita ogni attenzione l’Antico Setificio Fiorentino, fondato nel 1786 da aristocratiche famiglie del luogo e che ancora oggi realizza autentici capolavori utilizzando antichi telai del XVIII secolo. Un luogo storico, segnato dalla più nobile tradizione dell’arte tessile rinascimentale: è qui che gli orditi si fanno “a macchina” utilizzando però quelle realizzate servendosi di un progetto di Leonardo da Vinci. Questa bottega è e resta storica, è uno degli ultimi laboratori tessili, al mondo, dedicati alla produzione della seta, riconosciuta a livello internazionale e segnata da un altrettanto prestigiosa tradizione della moda. 

È Firenze infatti che accoglie l’unico museo italiano dedicato alla moda e alla sua storia fashion: oltre seimila manufatti tra abiti antichi, accessori e costumi di scena allestiscono la Galleria del Costume e non mancano le firme più attuali e prestigiose di Gianni Versace, Valentino, Ottavio Missoni, Giorgio Armani.

(Continua)