Cattedrale di Sant'Alessandro

Le origini della cattedrale dedicata a San Alessandro, patrono della città, risalgono al V secolo e indicano una prima dedicazione a San Vincenzo.

Venne ricostruita in epoca romanica e rinascimentale: il progetto per la nuova cattedrale fu affidato alla metà del XV secolo al noto architetto fiorentino Filarete ma la costruzione proseguì, tra intervalli e modifiche, per quasi due secoli.

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La facciata, in marmo bianco completata alla fine del XIX secolo, si eleva su una scalinata: varcata la soglia si è subito rapiti dallo splendore e dalla magnificenza degli stucchi e delle decorazioni barocche dell’interno attraverso le quali è possibile seguire un itinerario celebrativo dei santi fino ad arrivare all’altare maggiore (in marmi policromi di Filippo Juvarra) e nell’abside dove si incontra la figura di Gesù.

L’unica navata della chiesa segue  uno schema a croce latina e ai lati del maestoso altare maggiore si susseguono i preziosi stalli lignei del coro. Alzando lo sguardo si è sovrastati dalla sfericità della cupola che consente di ammirare l’Assunzione in Cielo di San Alessandro del Coghetti.   

Il Territorio
Bergamo

Non si può fotografare Bergamo contando su un unico scatto panoramico, ne servono almeno due: il primo per catturare dal basso gli scorci storici della Città Alta, cinta tra le sue mura medievali e le sue case antiche; il secondo azionato invece dall’alto per focalizzare la Città Bassa, di moderna bellezza e dall’aspetto elegante e raffinato. 

Due istantanee, dunque, per due differenti volti di un’unica città, entrambi valorizzati nel loro contrapporsi: risalire tra le scalinate per raggiungere la parte alta ed entrare nelle vecchie mura (o attraversarle con la funicolare) ci sorprenderà grazie al fascino di storiche prospettive,, mentre il ridiscendere verso il basso toglierà il fiato su un panorama caratterizzato dalla serenità della sua armonia compositiva. 

Bergamo è alta e bassa, nell’insieme una meraviglia squisitamente italica, una miscellanea di storia, arte, musica e paesaggio: nasce romana, si sviluppa nel Medioevo e prospera soprattutto sotto il dominio della Serenissima Repubblica di Venezia, all’insegna di un crescente benessere e sviluppo economico; una prosperità che ha lasciato il segno nei monumenti, nei palazzi, nelle chiese e nelle piazze, ben conservati e che non si è mai arresa, soprattutto nella città bassa, centro delle attività produttive, dove il benessere economico non è mai stato all’ombra del vigore di storia ed arte, tanto che è proprio a Bergamo che nacque il villaggio di Crespi d’Adda, l’unico esempio di archeologia industriale riconosciuto dall’Unesco come Patrimonio Mondiale dell’Umanità. 

Gli scatti di Bergamo sono anche diapositive che raccontano i capolavori di musica ed arte che contraddistinguono la vivacità culturale di questa città: così le immagini possono rievocare celebri musicalità, come quella di Gaetano Donizzetti tra i più grandi operisti dell’Ottocento, la cui storia si può ripercorrere visitando il Museo Donizzettiano o la sua casa natale in Bergamo alta, o il teatro cittadino a lui intitolato e dove, in ogni stagione, si applaudono i suoi successi. 

Gli scatti diventano invece artistici nelle sale dell’Accademia Carrara, la pinacoteca che ospita una delle collezioni di opere del Rinascimento Italiano tra le più importanti d’Europa e dove è possibile ammirare maestri come Botticelli, Mantegna, Bellini e Raffaello. 

A Bergamo Alta le vie dell'arte si intrecciano a quelle della storia: circondata dalle mura con la sua atmosfera medievale, custodisce, tra le strette vie ciottolate, antichi resti romani, chiese rinascimentali, palazzi settecenteschi e facciate neoclassiche che impreziosiscono la celebre Piazza Vecchia; una suggestiva passeggiata che consentirà di catturare gli scorci architettonici del Duomo, della Basilica di Santa Maria Maggiore, del Palazzo della Ragione, del Castello di Cavernago, del Battistero o della Cappella Colleoni. Scatti, angolature, prospettive sempre diverse ma che testimoniano l’autenticità di una bellezza ancora squisitamente italica.

(Continua)