Chiesa di Santa Maria delle Grazie

Situata nel cuore di Milano, la Chiesa di Santa Maria delle Grazie rappresenta e contiene una nuova stagione dell’arte milanese, quella della fine di un Quattrocento impreziosito dalla grandezza di due sommi maestri, Leonardo e Bramante: una magnificenza che nel 1980 non sfuggì all’attenzione dell’Unesco che riconobbe alla Chiesa e al Cenacolo Vinciano, affrescato al suo interno, il valore di Patrimonio dell’Umanità, poiché “massima testimonianza dell’arte rinascimentale, avvalorata dalla presenza dell’eccezionale opera del Da Vinci, eccelso rappresentante del genio creativo umano.” 

Arte e Rinascimento sono ancora magnificamente espressi, in questa stessa architettura, dalla rivoluzione architettonica di Donato Bramante: la sua tribuna domina sulla chiesa gotica imponendosi per la grandiosità, per il linguaggio classico e per la novità che inaugura, a Milano, un modo di costruire finalmente rinascimentale, improntato sul rapporto fra edificio e ambiente, tra uomo e natura e coniugando la grandiosità degli spazi interni con la monumentalità di quelli esterni. 

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La chiesa presenta sui due fianchi sette cappelle quadrate per ciascun lato, realizzate da Guiniforte Solari ad eccezione dell’ultima a sinistra dedicata alla Vergine delle Grazie mentre, nella Cappella dedicata a Santa Caterina sono custodite preziose sculture di Antonello da Messina. 

Il convento basilicale è articolato attorno a tre chioschi e ad un portico di colonne con capitelli gotici a foglie lisce sul quale si affacciano l’antica Cappella delle Grazie, le Sale del Capitolo e del Locutorio e la biblioteca.

Il Territorio
Milano

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La cura dello sguardo

Sebbene oggi si configuri come l’unica vera metropoli italiana dal respiro internazionale e dalla rara vitalità, a guardarla da una certa distanza, Milano potrebbe ancora apparire come poco più che una fucina colorata di moda e design. Per anni, infatti, il primato assoluto in questi due settori ha tenuto a distanza chiunque fosse in cerca di un tessuto artigianale più classico, più vicino alle tradizioni del Made in Italy, trascurando però che la cultura produttiva della città meneghina ha origini antichissime, che ancora sopravvivono e convivono con la modernità.

L’essenza nell’apparire

Riuscire a sviluppare, in modo così completo, due tra i settori che meglio raccontano il contemporaneo e i suoi cambiamenti, ha fatto di Milano un polo di riferimento anche per l’estero. Oltre infatti alla presenza sul territorio di tutti i più importanti atelier della moda italiana, Milano continua a raccontare il suo impatto in questo settore attraverso la Fashion Week, ma anche tra le stanze del Palazzo Morando, che ospita un museo dedicato alla storia del costume, a cui si unisce l’Armani/Silos, in onore di “Re Giorgio”, che celebrare oltre quarant’anni di attività del brand.

Ancora più ampia è l’offerta di luoghi e di momenti di approfondimento sul design, nel suo percorso storico e nell’attualità, ne sono esempi illustri: l’ADI - Design Museum Compasso d’oro, il Museo del Design Italiano ospitato all’interno della Triennale, ma anche il MIL - l’Archivio Giovanni Sacchi che, attraverso una sperimentazione pratica e una ricostruzione storica, custodisce e narra il processo di realizzazione di un prodotto. A questi vanno poi aggiunti i musei d’impresa come il Museo Branca, la Galleria Campari, il Museo Alessi e quello Kartell; e gli studi, diventati tappe obbligate per chi vuole addentrarsi nelle storie personali di alcuni artisti: lo Studio Museo Achille Castiglioni, la Fondazione Franco Albini, la Fabbrica del Vapore.

La vecchia Milano

Eppure non è tutto qui. La “vecchia Milano”, quella delle botteghe e delle vie in ombra ancora fa percepire la sua presenza. Sono infatti moltissimi i tour cittadini che mostrano le sorprese artigianali del centro, come nel caso di Brera, storico quartiere in cui si trova il quadrilatero del profumo che include - non a caso - via Fiori Chiari, dove è possibile creare da sé una propria fragranza. L’Associazione 5VIE ha poi raccolto realtà produttive storiche che si concentrano in un perimetro che dal Duomo arriva fino a Sant’Ambrogio: laboratori di gioielli design, piccoli complementi d’arredo, restauro e ceramiche, legatorie e prodotti in carta sono solo alcune delle specialità custodite in questi quartieri del centro che non solo tengono viva una tradizione ma tramandano un percorso storico che resiste al tempo. Segno tangibile ed emblematico di questa presenza vivace è l’Archivio Fondazione Fiera Milano, testimone del ruolo di Milano nella vita produttiva e artigiana del nostro paese.

(Continua)