Cattedrale di San Pietro Apostolo di Faenza

La si scorge nella suggestiva visuale di Piazza della Libertà, con maestosità si eleva sulla cima di un’alta e scenografica scalinata ed è uno dei simboli della città: è l’edificio religioso per eccellenza, è la Cattedrale di Faenza.

È un tipico esempio di architettura rinascimentale in Romagna, di influenza toscana: la sua edificazione iniziò nel 1474 per volere della signoria manfrediana, su progetto di Giuliano da Maiano e, solo nel 1581, l’edificio fu consacrato al culto di San Pietro Apostolo. La facciata è incompleta di rivestimento cosicché si impone ancora nella nuda bellezza di una tessitura muraria a vista, con mattoni sporgenti.

L’interno, distribuito su una croce latina a tre navate, presenta un’alternanza di pilastri e colonne con pulvino su capitello; tra questi elementi si scopre la Cappella della Beata Vergine delle Grazie con un bellissimo affresco del Quattrocento raffigurante la Madonna mentre spezza delle frecce a simboleggiare i pericoli dai quali offre protezione.

Le tre navate custodiscono anche un dipinto di Innocenzo da Imola, un coro ligneo dietro l’altare maggiore risalente al 1517 e le tre arche rinascimentali di San Terenzio, San Savino e Sant’Emiliano. Caratteristico e particolare il rivestimento marmoreo della pavimentazione: una pietra che al suo interno racchiude molti fossili di conchiglie a spirale risalenti a più di cento milioni di anni fa, un utilizzo probabilmente legato alla credenza medioevale secondo la quale tali ammoniti erano “serpenti di pietra”, un elemento assai ricercato da pellegrini e fedeli.    

Il Territorio
Faenza

La scopriamo adagiata in quel suggestivo e millenario percorso della Via Emilia, nel cuore della Romagna, in quel palpitare di dolci colline laddove paiono affrescati i crepuscolari colori di campi e vigneti. Avvolta dalle morbidezze di un fascino senza tempo che continua a raccontarsi, la storia di Faenza è impreziosita da pregiati capitoli di tradizioni artistiche e artigianali, da autentiche bellezze che tra vicoli e piazze lasciano riscoprire il valore medievale, rinascimentale e neoclassico di monumenti e nobili palazzi laddove artisti, pittori e architetti sono stati espressione di un’arte squisitamente raffinata.

È così che Faenza ammalia: facendoci perdere in quel delicato intreccio di strade che non tradisce armonia e che rivela invece quell’inestimabile tesoro artistico, espressione di una grande fioritura d’arte sbocciata in epoca rinascimentale grazie all’opera di grandi artisti come Giuliano e Benedetto da Maiano, Donatello e i Della Robbia, Biagio d’Antonio da Firenze e molti altri. 

Artisti che vissero e lavorarono nella cittadina romagnola, anche tra le botteghe artigiane, lasciando l’impronta della loro arte e conferendo al luogo l’aspetto di un piccolo tesoretto: una lettura artistica trascritta tra le pagine di Piazza del Popolo che si lascia ammirare tra gli splendidi loggiati degli edifici medievali di Palazzo del Podestà e Palazzo Manfredi, antica residenza della signoria manfrediana; suggestiva anche Piazza della Libertà dominata invece dall’imponente Cattedrale con la sua incompiuta facciata e la scenografica scalinata, una piazza infine abbellita dalla Fontana Monumentale con sculture in bronzo del XVII secolo. 

Il neoclassicismo spicca invece tra le stanze di Palazzo Milzetti, antica dimora dei conti Milzetti e oggi sede del Museo Nazionale dell’età Neoclassica in Romagna: qui, tra sfarzose e raffinate sale, ci si può imbattere nel delizioso inganno artistico e architettonico di porte finte o celati ingressi. 

Un percorso artistico che procede nella ricchezza di musei e biblioteche, nelle rievocazioni storiche di un’epica cavalleresca e in quelle più che piacevoli “soste” nelle botteghe artigiane, oltre sessanta, laddove la tradizione artistica e artigianale della ceramica di “Faience” continua a tradursi, da oltre cinque secoli, in una raffinata produzione di maiolica artistica. 

Di quest’artigianalità, elevata dalle maestranze locali al rango di vera e propria arte decorativa, Faenza ne ha fatto autorevole patrimonio, celebrandola nel suo prestigioso Museo Internazionale delle Ceramiche: è uno dei maggiori al mondo, con una prestigiosa collezione di ceramiche faentine, italiane e internazionali, con esemplari che ricoprono un arco temporale che va dall’età romana fino ai giorni nostri, in una serie sublimata dai capolavori di grandi artisti come Picasso, Matisse, Chagall e altri contemporanei; un museo che è divenuto “Monumento testimone di una cultura di pace” così come riconosciuto dall’Unesco nel 2011.

(Continua)