Duomo di Milano

Tutto comincia dalla dura e bianca pietra, dalla bellezza cristallina del marmo delle cave di Candoglia. 

Una bellezza estratta dal cuore di una montagna e poi affidata al trasporto leggero sui barconi lungo i Navigli, per arrivare nelle laboriose ed esperte mani di marmisti, carpentieri, muratori, fabbri, restauratori e orafi; una pregiata maestranza portatrice di quel saper costruire, attinto alla sorgente di antichi saperi tramandati per oltre seicento anni, di generazione in generazione e che hanno fatto di quella pietra bianca la quinta chiesa più grande al mondo, la più grande cattedrale gotica italiana nonché un’autentica perla nel cuore vivo di Milano. 

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Il viaggio di elevazione del Duomo inizia nel 1386 e attraversa secoli e secoli di fabbricazione prima di potersi dire, in qualche modo, compiuto: un “cantiere” nel quale ha brulicato (fino al 1813) il fermento artistico di architetti, pittori, scultori e maestranze e che pietra su pietra, decoro su decoro, ha dato vita ad una architettura unica, ricca e frastagliata, dagli spazi illimitati. 

Vi abitano 3400 statue mentre sono oltre 3600 i personaggi rappresentati che animano i riflessi delle 55 vetrate, vi sono 96 doccioni e 200 bassorilievi in marmo di Candoglia in una elevazione che raggiunge i 108, 50 metri di altezza: uno stile gotico che fiorisce in un fitto bosco di 135 guglie, l’elemento architettonico più rappresentativo della cattedrale, ma anche il più fragile per la delicatezza delle sue trine di marmo che richiedono costantemente cure e complessi interventi per essere mantenute in splendore e sicurezza. 

In oro zecchino invece, le 3400 lamine che rivestono, sulla cima della Guglia Maggiore, la statua della Madonnina che rifulge unica nel cielo milanese: perché nessun edificio a Milano osa elevarsi più in alto di questa tenera Madre che con le braccia aperte e lo sguardo rivolto al cielo implora la benedizione di Dio sopra la città.

Il Territorio
Milano

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La cura dello sguardo

Sebbene oggi si configuri come l’unica vera metropoli italiana dal respiro internazionale e dalla rara vitalità, a guardarla da una certa distanza, Milano potrebbe ancora apparire come poco più che una fucina colorata di moda e design. Per anni, infatti, il primato assoluto in questi due settori ha tenuto a distanza chiunque fosse in cerca di un tessuto artigianale più classico, più vicino alle tradizioni del Made in Italy, trascurando però che la cultura produttiva della città meneghina ha origini antichissime, che ancora sopravvivono e convivono con la modernità.

L’essenza nell’apparire

Riuscire a sviluppare, in modo così completo, due tra i settori che meglio raccontano il contemporaneo e i suoi cambiamenti, ha fatto di Milano un polo di riferimento anche per l’estero. Oltre infatti alla presenza sul territorio di tutti i più importanti atelier della moda italiana, Milano continua a raccontare il suo impatto in questo settore attraverso la Fashion Week, ma anche tra le stanze del Palazzo Morando, che ospita un museo dedicato alla storia del costume, a cui si unisce l’Armani/Silos, in onore di “Re Giorgio”, che celebrare oltre quarant’anni di attività del brand.

Ancora più ampia è l’offerta di luoghi e di momenti di approfondimento sul design, nel suo percorso storico e nell’attualità, ne sono esempi illustri: l’ADI - Design Museum Compasso d’oro, il Museo del Design Italiano ospitato all’interno della Triennale, ma anche il MIL - l’Archivio Giovanni Sacchi che, attraverso una sperimentazione pratica e una ricostruzione storica, custodisce e narra il processo di realizzazione di un prodotto. A questi vanno poi aggiunti i musei d’impresa come il Museo Branca, la Galleria Campari, il Museo Alessi e quello Kartell; e gli studi, diventati tappe obbligate per chi vuole addentrarsi nelle storie personali di alcuni artisti: lo Studio Museo Achille Castiglioni, la Fondazione Franco Albini, la Fabbrica del Vapore.

La vecchia Milano

Eppure non è tutto qui. La “vecchia Milano”, quella delle botteghe e delle vie in ombra ancora fa percepire la sua presenza. Sono infatti moltissimi i tour cittadini che mostrano le sorprese artigianali del centro, come nel caso di Brera, storico quartiere in cui si trova il quadrilatero del profumo che include - non a caso - via Fiori Chiari, dove è possibile creare da sé una propria fragranza. L’Associazione 5VIE ha poi raccolto realtà produttive storiche che si concentrano in un perimetro che dal Duomo arriva fino a Sant’Ambrogio: laboratori di gioielli design, piccoli complementi d’arredo, restauro e ceramiche, legatorie e prodotti in carta sono solo alcune delle specialità custodite in questi quartieri del centro che non solo tengono viva una tradizione ma tramandano un percorso storico che resiste al tempo. Segno tangibile ed emblematico di questa presenza vivace è l’Archivio Fondazione Fiera Milano, testimone del ruolo di Milano nella vita produttiva e artigiana del nostro paese.

(Continua)