Galleria Vittorio Emanuele II

Sfarzosità degli ambienti, eleganza, prestigio di boutique e librerie, rinomata eco di storici e raffinati ristoranti e bar: sono le parole chiave che schiudono le porte dell’affascinante ed invitante "salotto dei milanesi", attraverso esse è consentito entrare nella Galleria Vittorio Emanuele II, una delle più importanti costruzioni milanesi dell’Ottocento nata per celebrare l’Unità d’Italia suggellatasi sotto la reggenza di Vittorio Emanuele II cui la struttura è dedicata. 

Una passeggiata lunga 196 metri che scivola sulla lucentezza di un pavimento marmoreo e stilizzato con mosaici alla veneziana, da percorrere tra i riflessi e al riparo di un lungo lucernario in ferro e vetro che, in stile parigino, si alza, all’incrocio dei suoi bracci, in una volta centrale nelle cui lunette è possibile ammirare i bellissimi mosaici raffiguranti i quattro continenti di Europa, Africa, Asia e America. 

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Ogni passo in Galleria è impreziosito da arte e raffinato decoro: sul pavimento dell’ottagono centrale è raffigurato il simbolo araldico della Casa dei Savoia, le vetrine sono ampie ed eleganti e tutte mostrano, rigorosamente, il prestigio del loro storico brand con caratteri d’oro su un elegante fondo nero. 

Dai basamenti di marmo di ciascuna boutique si alzano delle agili lesene ornate di stucchi e svariati disegni in un artistico risalire fino alle logge dei piani superiori: qui, lungo la balaustra, sono distribuiti gli stemmi delle cento città d’Italia mentre le ampie e maestose finestre sono elegantemente ornate da una serie di grandiose cariatidi di marmo che reggono un ricchissimo cornicione da cui parte lo slancio degli archi di ferro dell’invetriata. 

Una struttura chiusa ed aperta nello stesso tempo, storica e moderna insieme: coperta architettonicamente ma aperta alla piacevole atmosfera del passeggio, dello svago e della sosta; celebrativa di quelle opere ispirate ad una moderna ingegneristica industriale e dedicata a quei momenti di transito, tra affari e lavoro, che scandiscono i ritmi tipici di una città moderna sempre più orientata ad un senso di movimento e di cambiamento. 

All’interno della Galleria, insomma, le percezioni cambiano, divertono, confondono: collocata a metà strada tra le suggestioni storiche ed artistiche del Duomo e del prestigioso Teatro della Scala, attraversare la Galleria è sciogliersi un po’, camminando nel salotto buono della città, concedendosi il lusso di lasciarsi incantare dalle fantasie spassionatamente commerciali di griffe e marchi prestigiosi, di cose buone da degustare nelle eccellenze della ristorazione milanese ma, senza per questo, rinunciare a quella tradizione e a quel fascino italico che riesce a sublimare anche modernità e progresso.

Il Territorio
Milano

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La cura dello sguardo

Sebbene oggi si configuri come l’unica vera metropoli italiana dal respiro internazionale e dalla rara vitalità, a guardarla da una certa distanza, Milano potrebbe ancora apparire come poco più che una fucina colorata di moda e design. Per anni, infatti, il primato assoluto in questi due settori ha tenuto a distanza chiunque fosse in cerca di un tessuto artigianale più classico, più vicino alle tradizioni del Made in Italy, trascurando però che la cultura produttiva della città meneghina ha origini antichissime, che ancora sopravvivono e convivono con la modernità.

L’essenza nell’apparire

Riuscire a sviluppare, in modo così completo, due tra i settori che meglio raccontano il contemporaneo e i suoi cambiamenti, ha fatto di Milano un polo di riferimento anche per l’estero. Oltre infatti alla presenza sul territorio di tutti i più importanti atelier della moda italiana, Milano continua a raccontare il suo impatto in questo settore attraverso la Fashion Week, ma anche tra le stanze del Palazzo Morando, che ospita un museo dedicato alla storia del costume, a cui si unisce l’Armani/Silos, in onore di “Re Giorgio”, che celebrare oltre quarant’anni di attività del brand.

Ancora più ampia è l’offerta di luoghi e di momenti di approfondimento sul design, nel suo percorso storico e nell’attualità, ne sono esempi illustri: l’ADI - Design Museum Compasso d’oro, il Museo del Design Italiano ospitato all’interno della Triennale, ma anche il MIL - l’Archivio Giovanni Sacchi che, attraverso una sperimentazione pratica e una ricostruzione storica, custodisce e narra il processo di realizzazione di un prodotto. A questi vanno poi aggiunti i musei d’impresa come il Museo Branca, la Galleria Campari, il Museo Alessi e quello Kartell; e gli studi, diventati tappe obbligate per chi vuole addentrarsi nelle storie personali di alcuni artisti: lo Studio Museo Achille Castiglioni, la Fondazione Franco Albini, la Fabbrica del Vapore.

La vecchia Milano

Eppure non è tutto qui. La “vecchia Milano”, quella delle botteghe e delle vie in ombra ancora fa percepire la sua presenza. Sono infatti moltissimi i tour cittadini che mostrano le sorprese artigianali del centro, come nel caso di Brera, storico quartiere in cui si trova il quadrilatero del profumo che include - non a caso - via Fiori Chiari, dove è possibile creare da sé una propria fragranza. L’Associazione 5VIE ha poi raccolto realtà produttive storiche che si concentrano in un perimetro che dal Duomo arriva fino a Sant’Ambrogio: laboratori di gioielli design, piccoli complementi d’arredo, restauro e ceramiche, legatorie e prodotti in carta sono solo alcune delle specialità custodite in questi quartieri del centro che non solo tengono viva una tradizione ma tramandano un percorso storico che resiste al tempo. Segno tangibile ed emblematico di questa presenza vivace è l’Archivio Fondazione Fiera Milano, testimone del ruolo di Milano nella vita produttiva e artigiana del nostro paese.

(Continua)