Piazza XV Marzo

È indiscutibilmente una delle più belle e importanti piazze del centro storico di Cosenza: vivere questo spazio urbano è circondarsi della bellezza e della storia antica della città, immergendosi nel fascino di una tradizione culturale di alto profilo; qui la percezione è armonica e resa suggestiva dal valore estetico del bel Teatro di tradizione, Alfonso Rendano, dall’ispirazione culturale dell’Accademia Cosentina e della Biblioteca Civica, dai lussureggianti giardini della Villa Comunale, dal pregio del Palazzo di Governo e dalla centralità della statua di Bernardino Telesio, scolpito nel bronzo di Achille Orsi e raffigurante il filosofo cosentino nella pienezza tipica di un atteggiamento meditativo.

Storia, tradizione e cultura circoscritte nella bellezza di uno spazio urbano che, nella sua intitolazione, sceglie di fare memoria di quei moti insurrezionali del 15 marzo 1844 e messi in atto  da quei rivoluzionari cosentini che tentarono l’assalto al palazzo dell’Intendenza contro il governo borbonico.  

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Il Territorio
Cosenza

La storia ne tramanda l’autenticità di essere stata influente capitale italica della civiltà Bruzia, è dunque una delle più antiche città della Calabria, la si ammira nel suo essere stata edificata tra i sette colli che si elevano nella valle del Crati alla confluenza con il Busento, in un luogo e in uno spazio dal fascino squisitamente italico che, nel tempo, è divenuto scrigno e custode di un imponente patrimonio intessuto di storia, arte, cultura e tradizione divenendo quella piccola grande Atene di Calabria che oggi, tra tanti tesori storici, accoglie anche il maggiore campus universitario italiano mentre un vivace e mai assopito fermento culturale continua a respirare tra le vie storiche del teatro di tradizione Alfonso Rendano o nello storico Cinemateatro Italia o, ancora, nelle stanze dell’Accademia Cosentina, nel prestigio del Museo dei Brettii, del Museo delle Rimembranze e del Museo all’Aperto Bilotti. 

Cosenza racconta la sua parte antica e ancora viva nella bellezza di un centro storico di grande interesse e da ricercare non solo nella sua notevole estensione quanto nella raffinatezza e nel pregio che ne contraddistingue palazzi signorili, chiese, monumenti e piazze che con linee pulite e materiali semplici, in un dedalo di vicoli stretti e tortuosi, non tradiscono l’armonia di un paesaggio intessuto tra morbide linee collinari e suggestive confluenze fluviali: così laddove il Crati incontra il Busento si mescolano ed alimentano le limpide acque di storia e leggenda se è vero che qui, in questa convergenza, trovarono degna sepoltura Alarico, il re dei Visigoti, e il suo tesoro; lungo la sponda sinistra del Crati si lascia scorgere poi la bella chiesa di San Domenico mentre sulla riva destra si affaccia la chiesa dedicata a San Francesco di Paola e, tra le due sponde, lo scorcio, austero e suggestivo, delle tre arcate a sesto ribassato dell’imponente Ponte di Alarico. 

Oltrepassare il ponte con lo sguardo rimanda poi a incanalarsi e perdersi fin nel cuore del centro storico laddove intercettare la bellezza e l’antico è smarrirsi tra le vie corredate di edifici storici, case come fortezze, altre chiese, conventi e piazze: lungo il Corso Telesio si lasciano ammirare la Casa delle Culture (del XVI secolo) e la chiesa Cattedrale, espressione di un limpido stile romanico gotico; dopo i conventi di San Gaetano e San Domenico, alle spalle del museo archeologico dei Bretii e degli Enotri, si scorge l’imponente mole di Palazzo Arnone che un tempo fu Tribunale e carcere e oggi è sede della Galleria Nazionale che lascia ammirare notevoli opere d’arte come l’icona originale della Madonna del Pilerio, la Stauroteca (pregevole croce reliquario che nel 1222 Federico II donò alla città per la riconsacrazione della Cattedrale) e i dipinti di Mattia Preti e Pietro Negroni assieme a quelli di Luca Giordano e Corrado Giaquinto. 

L’Elmo Arcaico realizzato da Mimmo Paladino e collocato su una vasca in marmo nero nella centralissima Piazza dei Bruzi, è la scultura bronzea che rievoca la leggenda di Alarico e la sua sepoltura nelle acque del Busento, un’opera che si fa espressione dunque di un legame che intreccia passato storico e simbologia moderna: perché a Cosenza il valore della storia antica ha lasciato spazio alla bellezza della modernità; gli antichi monumenti, come il millenario Castello Svevo di Federico II che domina dal colle la città, si fondono in modo armonioso con il volto nuovo di un’architettura più attuale, in un connubio tra passato e presente dove riesce a trovar spazio anche l’autenticità di un artigianato d’eccellenza che si esprime ancora nel fascino delle sue botteghe storiche, tra manufatti di ceramiche, vetro e strumenti musicali.

(Continua)