A Matteo Di Ciommo è sempre piaciuto lavorare con le mani, costruire. Fin da quando era un bambino e la sua cameretta era per lui come trovarsi in un piccolo laboratorio.
Oggi Matteo è un giovane ed affermato designer e un artista del legno che ha costruito e definito un originale percorso creativo. Si è laureato a Roma, sua città natale, e poi anche a Milano dove al Politecnico si è specializzato in disegno industriale. È proprio dopo la laurea e nella città del design che inizia una proficua collaborazione nel laboratorio sperimentale di Michele De Lucchi accanto al quale Matteo appura il fascino della sua personale inclinazione creativa, la lavorazione artistica del legno.
Da questo momento la cameretta-laboratorio vissuta da bambino ha uno spazio più maturo e definito, da dedicare ad un’attività più concreta rispetto a quella passata del gioco ma non per questo meno creativa, anzi adesso al posto di quel luogo d’infanzia Matteo può vivere la realtà di un autentico laboratorio progettuale. Milano è il tempo e il luogo della sperimentazione pura, della scultura, del lavoro con le mani e il legno è il suo materiale creativo che mantiene viva quella voglia innata di “costruire” e che fa da spartiacque alla sua formazione da designer.
Del legno Matteo riconosce le sue infinite possibilità: il legno non è un materiale freddo, non permette l’errore ma concede una sorta di a-progettualità, lascia un’impressione, è sempre vivo e riveste i “difetti” del fatto a mano traducendoli nel valore di un decoro o sotto le mentite spoglie dell’unicità del particolare. Nel legno insomma il giovane designer riconosce la sua libertà progettuale.
Il concept di Matteo Di Ciommo è orientato da una “poetica delle ombre”, da una ricerca dell’invisibile delle forme che l’artista cattura direttamente dalla realtà, non quella immediatamente percepibile ma quella che sta nella penombra delle cose, che si nasconde dentro il loro apparire e la loro funzionalità.
Di questa dimensione che sta un po’ in controluce, Matteo Di Ciommo è un sensibile scrutatore: la realtà è l’incipit della sua creatività, è da questa sua visione particolare che l’artista riesce a far emergere il valore di ogni cosa, creando oggetti che raccontano storie, paesaggi, impressioni; è così che Matteo fa di una sedia in legno un paesaggio, di un ripiano l’affaccio di un panoramico terrazzo, di una scatola un tempio, di una grata di strada una preziosa custodia in legno.
Incanto e meraviglia definiscono un uso empatico delle cose valorizzato da un neo design così come dall’essenza e dalla forza viva del legno scolpito manualmente.
Le sculture in legno di Matteo Di Ciommo escono dall’ombra della convenzionalità delle cose, acquisiscono il valore e la bellezza di architetture in miniatura, di installazioni che arredano ed evocano il sogno: sono oggetti narrativi che l’artista condivide dalla realtà nella realtà ma solo dopo averli scolpiti e aver lasciato che ogni cosa possa raccontare la propria storia, il suo vero senso, il suo vero e nuovo uso.