Alcamo

Un territorio generoso. Ce lo offre quella parte di Sicilia occidentale che comprende la provincia di Trapani: siamo al declivio del Monte Bonifato che, con le sue altezze, fa da tetto a questa bella parte dell’isola. Ed Alcamo è qui, come sospeso tra cielo e mare per concedersi tra vedute e luoghi suggestivi; da Punta Raisi al promontorio di Capo San Vito e lungo tutto il Golfo di Castellammare. 

Il suo centro storico è caratterizzato da chiese trecentesche, rinascimentali e barocche, abbonda di palazzi storici dalle importanti architetture, di musei d’arte contemporanea e arte sacra; non passa inosservata la Casa di Ciullo D’Alcamo, il poeta siciliano del XIII secolo, citato da Dante e autore di quella “Rosa fresca aulentissima” che rappresenta una delle più antiche testimonianze della lingua e letteratura italiana. 

Al centro della città, il Castello dei Conti di Modica, una possente architettura medievale con quattro torri: storia, cultura, arte e tradizione attraversano e caratterizzano questo territorio, abitato fin dalla tarda età del bronzo, vissuto poi da Romani, Bizantini e perfino dagli Arabi che ne avrebbero indicato il nome, “Alqamah” cioè “terra fertile”. La storia di Alcamo e del suo hinterland racconta di avvenimenti assai importanti, alcuni leggendari: dall’epico passaggio di Enea alle battaglie tra i Mille di Garibaldi e le truppe dei Borboni.  

Una terra fertile, dove la risorsa esprime il suo valore 

Non solo storia, narrare di questo territorio si può anche considerandone la particolare fertilità, custodita nei secoli grazie ad una popolazione attiva e produttiva. Le terre di Alcamo esprimono la bellezza di un suolo ricco di uliveti, frutteti e distese di vigneti: quelli a “spalliera” o a “tendone” disegnano suggestive geometrie e ne fanno uno dei territori più rinomati d’Italia per la produzione di vini. Dal 1972 il “Bianco d’Alcamo”, con la sua Denominazione di Origine Controllata, è uno dei vini più pregiati nel mondo; al suo fianco, il Catarratto bianco, il Damaschino, il Grecanico e il Trebbiano. 

Fertile la terra, generoso anche il mare: la particolare salinità delle acque di baia di Alcamo Marina nutre la costa di una pesca copiosa e dalla polpa particolarmente bianca e saporita che arricchisce la narrazione gastronomica del luogo talvolta impreziosita da contaminazioni di radice araba.

Ma a definire la produttività di questo territorio, rendendolo un particolare distretto produttivo, è il sottosuolo del centro urbano: è fatto di marmo e consente una considerevole attività di estrazione del travertino i cui giacimenti si estendono dalla parte nord del Monte Bonifato fino alla Cava dei Cappucini. 

Il Geosito Travertino della Cava dei Cappuccini è un vero e proprio sito geologico che fa di Alcamo uno strategico strumento paleontologico: il travertino di cui è costituito il luogo ha infatti uno specifico potere sedimentante poiché composto di carbonato di calcio; una matericità che ha consentito la conservazione nei suoi banchi di roccia di resti fossili di animali, reperti unici di uova di tartarughe giganti, di elefante nano, di ghiro gigante, tutti risalenti a centinaia di migliaia di anni fa. Alcamo si rivela così anche un inesauribile libro di preistoria grazie al quale può essere ricostruita la storia geologica di questa parte di Sicilia nel lungo tempo di almeno ottocentomila anni. 

All'attività estrattiva del travertino fa subito seguito quella della lavorazione di questo marmo praticata per secoli da esperti maestri: dal loro saper fare è scaturita la straordinarietà di autentiche opere in marmo e proprio i maestri di Alcamo avrebbero contribuito al recente restauro della Muraglia Cinese. Altro marmo locale è il cosiddetto “rosso”, altrettanto ricercato e arrivato fino a Palermo per rivestirne lo scalone del Palazzo Reale.  

Accanto alla lavorazione della pietra, ad Alcamo l’artigianato trova una sua bella espressione anche nella lavorazione del ferro battuto e del legno. Il legno alimenta una sapiente produzione artigianale definita soprattutto nel settore dell’arredamento. 

A chiudere in delicatezza il profilo dell’artigianato di tradizione c’è l’arte (antica) del ricamo della quale Alcamo fornisce ancora una dimensione “live”: basta addentrarsi nei vicoli della città per incontrare abili ricamatrici affacciate alle porte delle loro case ma con lo sguardo puntato al saper fare della loro raffinata tradizione. 

Alcamo vive tra storia, contemporaneità e tradizione, è insieme antico e nuovo grazie alla capacità di chi la abita di riconoscere e tradurre le proprie risorse ambientali e culturali in autentico valore.