Natura e storia, le difficili pagine della città Avellino
Della Campania, Avellino è città e capoluogo di provincia. È un territorio bello per natura, descritto nel suo essere al centro di un bacino circondato dalle dorsali del Partenio e dei monti Piacentini che sono parco naturalistico regionale.
Difficile leggere la città attraverso la sua storia, assai lunga e iniziata da un antico insediamento romano. Testimone di tempo e memoria rimane il Santuario di Montevergine risalente al XII secolo, che ha resistito ai bombardamenti della seconda Guerra Mondiale così come al tragico terremoto che scosse tutta la provincia Irpinia nel 1980.
Il suolo dell’originaria Abellinum è praticamente altrove, nell’attuale comune di Atripalda, mentre l’Avellino di oggi è una città per lo più moderna, o meglio, una città anche ricostruita. Dei suoi duemila anni di storia restano la Cattedrale del XII secolo, qualche reperto archeologico custodito nel Museo Irpino e i ruderi di un castello longobardo: il volto storico della città si definisce appena, disegna un profilo per lo più medievale e poggia su un terrazzamento tra il fiume Sabato e i torrenti di San Francesco e Rigatore.
Natura e storia hanno riservato capitoli difficili per questo territorio, esperienze che la città ha fronteggiato, rimanendo un luogo urbano alle prese con un costante sviluppo edilizio. Questo processo di adeguamento e trasformazione si è attuato cercando di mantenere vive le tradizioni locali che hanno custodito una sorta di piccolo artigianato legato per lo più alla vita contadina: appartiene alle usanze di territorio la creazione dei “carri covoni” sui quali era consuetudine intrecciare il grano votivo per le festività di ringraziamento a San Rocco; altro rituale espresso in manifattura è rappresentato dalla creazione dei “lampai”, oggetti fatti a mano con canne ricoperte di carta velina e da appendere ai balconi nei giorni di festa. Ogni manufatto è realizzato con tecniche generazionali, dettate da una lunga tradizione.
Un volto urbano che diventa produttivo nella storia della sua provincia
Si può osservare la storia di Avellino da un punto di vista altro, quello che esonda dai confini più propriamente urbani e disegna un paesaggio diverso, più definito dal punto di vista produttivo e che abbraccia per intero il territorio provinciale. La Provincia dell’Irpinia di cui Avellino rappresenta il capoluogo è di fatto una zona geografica strategica, unisce l’area campana con la Puglia e la Basilicata.
Le eccellenze produttive definiscono non pochi settori, l’agroalimentare anzitutto. Il territorio irpino è a forte vocazione vitivinicola, è descritto come la “capitale enologica” della Campania e, tra i vini più pregiati, quello di Fiano Avellino vanta una delle qualità di DOCG. La produzione tipica di pasta e di olio di oliva completano questa tavola di settore e servono anche un buon capitolo d’esportazione.
All’interno del territorio irpino si è nel tempo definito un vero e proprio distretto industriale, quello della lavorazione delle pelli. Il polo conciario è concentrato a Solofra, “città della pelle”. È da qui che si è reso attivo il marchio- europeo- dell’eco compatibilità, che la lavorazione delle materie prime è di altissimo livello tanto da ottenere il riconoscimento di brand dell’alta moda italiana e del Made in Italy.