Per filo e per segno, la tradizione tessile del borgo dei tappeti
Pronunciando Golothana, il nome antico di questo piccolo borgo, in un tempo molto passato ne avremmo ricevuto indietro l’eco del suo essere un luogo assai fertile, ricco di grano: abitato per lo più da contadini e pastori, garantiva buona agricoltura e sano allevamento, una produzione che è riuscita a soddisfare l’intera provincia di Nuoro.
Siamo infatti nella Sardegna centrale, ai piedi della catena montuosa del Marghine e Bolotana si descrive con la bellezza di un paesaggio collinare variegato.
Tutto il territorio è infatti caratterizzato da lineamenti di rilievi e foreste, come quelle verdissime del parco di Badde Salighes, ma anche da fresche sorgenti come le cascate di Ortachis alimentate da un torrente di origine vulcanica. Intorno, scorrono i fiumi di Temo, Tirso e Coghinas, che definiscono la particolare fecondità del territorio.
Oggi, questo stesso luogo ha una seconda pronuncia che restituisce l’eco di una rinomata tradizione tessile: Bolotana è il borgo dei tappeti d’arte, qui infatti lana, cotone, lino, canapa e altre fibre vegetali venivano cucite per filo e per segno da abili tessitrici che con il loro saper fare servivano le esigenze familiari e di vita contadina; nelle case di Bolotana il telaio, specie quello orizzontale, era un indispensabile strumento domestico, se ne ricavava corredo e biancheria, poi i panni per il pane o per fare il formaggio, l’abbigliamento della tradizione locale, poi ancora le bisacce e i sottosella usate nel periodo della transumanza.
Col tempo e con abilità sempre più diffuse, a Bolotana cominciò a svilupparsi una produzione prettamente decorativa, dedicata alla tessitura a mano di arazzi, manufatti festivi, copricassa, tappeti in lana.
Tutto dai tessuti poveri, lana e cotone, tutto da materie prime del luogo.
Questo fare per avere era così necessario e fatto bene che divenne tradizione. Si svilupparono trame e produzioni particolari, tramandate di casa in casa, di necessità d’usi e costumi: mano a mano si perfezionarono diverse tecniche di lavorazione che divennero insieme espressioni di stile e risonanze dialettiche: a “un’in dente” si tessono arazzi e tappeti, “a battoro in posta” le bisacce o i sottosella, “a ranos” si realizzano i raffinati copriletti dai motivi floreali, “a scaccu” il corredo domestico mentre “a spiga” l’abbigliamento della tradizione.
Ma è l’arte dei tappeti colorati quella che di più si è conservata nel tempo, con il suo essere caratterizzata da toni predominanti come il rosso, il giallo e il nero, da una decorazione geometrica ad andamento orizzontale, da una iconografia che rimanda a simbolismi tipici dell’artigianato locale, come pavoncelle e ricami floreali.
Della bellezza mediterranea e della storia di questo artigianato locale ne ha colto il senso Eugenio Tavolara, artista e designer che tra gli anni Cinquanta e Sessanta rivisita, proprio per le tessitrici di Bolotana, i motivi di questa tradizione tessile esaltandone il valore dell’essenzialità in essa contenuta.
Tra preistoria e devozione
Quello di Bolotana è un territorio in cui a fare forte eco è anche la preistoria. Numerosi e interessanti sono infatti gli insediamenti prenuragici e nuragici. Si possono riscoprire i dolmen del villaggio di Ortachis o raggiungere la parte più alta di quell’altopiano sovrastato dal monumentale Tittiriola, un nuraghe a torre unica, alto dieci metri e realizzato con roccia di basalto risalente ad un periodo compreso tra il 1600 e 1000 a.C.
I santuari di San Basilio, San Pietro e San Giovanni testimoniano poi una forte devozione locale che oltre all’importanza architettonica degli edifici sacri è resa dai numerosi festeggiamenti che ogni anno coinvolgono migliaia di fedeli.
Nel centro storico di Bolotana ci si imbatte soprattutto in architetture di tipo medievale, basta percorrere le strette e piccole vie del borgo. Un pizzico di modernità è invece rappresentato da un altro edificio storico, la celebre villa inglese Piercy, residenza rurale in stile liberty circondata da un giardino con piante autoctone o di natura esotica.