Erba, la città pianura e la strada dell’acqua
Immergersi nel paesaggio naturalistico di Erba significa scoprire, per prima cosa, lo scenario tipico di una pianura dominata dalle acque.
La città si trova ai piedi delle Prealpi del Triangolo Lariano, è a trecentoventi metri sul livello del mare e dà il suo nome al Piano d’Erba, un sito di origine alluvionale che si allunga tra il Lago di Alserio e il Lago di Pusiano, tra terreni coltivati e intervallati a “macchia” da paludi e torbe. Attraversato dal fiume Lambro, il suo territorio, è una delle località che un tempo venivano considerate come tra le più calme e piacevoli della Lombardia, tanto da divenire un ricercato luogo di villeggiatura. Il quadro territoriale è arricchito infatti dalla bellezza di non poche ville patrizie, architetture che definiscono il luogo con un accento storico e intellettuale insieme, centri abitati nonché scelti da personalità poetiche e letterarie come quella di Ugo Foscolo, Vincenzo Monti e Giuseppe Parini.
Erba è città nella sua pianura, tra laghi e fiumi, a metà strada tra Como e Lecco e a poco meno di una trentina di chilometri a nord di Milano. La sua “strada dell’acqua” è un percorso naturalistico segnato da fiume e sentiero, concede una lettura orografica sui generis e suggestiva. In questi luoghi è tangibile il disegno di un particolare momento storico, quello asburgico, segnato dal fascino e dal saper fare delle filande.
Erba si è costituita città in seguito alla multipla fusione di realtà comunali più piccole, quelle di Erba Incino, Cassina Mariaga, Crevenna, Arcellasco e Parravicino. Il titolo ufficiale arriva nel 1970, quando il territorio, così unificato, è anche più definito sotto il profilo produttivo e legato al più dinamico distretto artigianale del Lago di Como.
La vocazione artigiana che definisce il saper fare in quel ramo del lago di Como
Il profilo di questo territorio lacustre non è consacrato dall’importanza di una citazione esclusivamente letteraria ma dal dinamismo di una delle più storiche aree della creazione industriale italiana, una realtà che ha toccato punti di sviluppo e tradizione di indiscusso valore soprattutto aprendo le pagine produttive della seta, del mobile, del vetro o della lavorazione del pizzo.
Queste pagine si scrivono soprattutto nelle realtà creative della città di Como, Cantù e Bellagio ma Erba, da oltre quarant’anni, è divenuta luogo celebrativo di questa geografia del saper fare e grazie alla sua Mostra dell’Artigianato della provincia comasca.
Tra Como e Lecco il distretto serico ha caratterizzato la produzione locale, con un affascinante dinamismo. Questa “via della seta” lombarda è ben ricostruita nel Museo Didattico della Seta di Como: è questa infatti l’unica Galleria europea in cui è possibile ripercorrere l’intero ciclo produttivo della seta, dal baco al telaio.
Sempre a Como, il Museo della Fondazione Ratti ospita oltre quattromila esempi di tessuti in seta e velluto, realizzati artigianalmente a Como.
Cantù è veramente vicino alle sponde del lago comasco ma nel suo territorio sulla seta predomina la tradizione e la lavorazione del legno e dell’arredamento.
È qui che nel 1882 fu istituita la Scuola d’Arte e dei Mestieri per diffondere l’insegnamento di disegno e modellazione, disciplina e tecniche indispensabili per raffinare la realizzazione dei mobili in legno. Il Museo del Legno è ancora una sorprendente realtà comasca, un museo d’impresa che testimonia storia ed evoluzione della lavorazione del legno in tutto il territorio, vi sono esposte oltre duemila macchine e utensili di provenienza europea fino alle realizzazioni più contemporanee nelle quali si bilanciano insieme tradizione e innovazione.
Uno tra i più antichi opifici di Cantù diventa Galleria del Design e dell’Arredamento, in esso si può ripercorrere la storia, l’economia e gli anni del Novecento, con una esposizione di mobili e macchinari per la produzione artigianale dell’arredo. Le creazioni di Bruno Munari rappresentano una suggestiva esposizione permanente, tra razionalismo e classicismo del mobile.
Attività artigianale che risale ad un’antica tradizione è quella legata poi alla lavorazione dei metalli, principalmente del ferro. E questo è un distretto che si circoscrive per lo più nel territorio di Lecco: i rioni di questa città sono musei a cielo aperto che testimoniano una secolare lavorazione del ferro sfociata poi nella particolare produzione di coltelli e forbici ricercati in tutto il mondo.
La vocazione metallurgica è strettamente legata a questo territorio per la presenza delle sue miniere, per la ricchezza dei boschi e dei corsi d’acqua come quello del Gerenzone storicamente utilizzato per servire le fucine e avviare i macchinari.