Ornavasso

Il crocicchio storico di Ornavasso

Sebbene Ornavasso sia un piccolo comune piemontese della bassa Val d’Ossola, la posizione geografica in cui si trova offre una fotografia privilegiata di un territorio dalle forti tradizioni storiche e produttive. A due passi dal lago di Mergozzo e dal lago Maggiore, immerso tra le montagne della Val Grande, è un luogo in cui ritrovare un contatto sincero con la natura. 

Abitato per lungo tempo dalla popolazione Walser, questo territorio ne ha raccolto la tradizione non soltanto nel paesaggio architettonico, caratterizzato da costruzioni tipiche in legno di larice e pietra, ancora oggi visibili, ma soprattutto nel tentativo di vivere in armonia col luogo, utilizzando le materie prime senza sfruttare però il paesaggio. Ad Anzola d’Ossola, lungo il fiume Toce, si trova uno dei sette musei dedicati a questa tradizione ancora così viva.

Ancora precedente è lo scavo della cava di marmo di Ornavasso, l’Antica Cava Moschini, utilizzata nei secoli da numerosissimi artisti per la realizzazione delle proprie opere, in particolare in area lombarda, grazie alla lunga via d’acqua che dal Toce conduceva fino ai navigli milanesi. Non soltanto la Certosa e di Pavia e l’Ottagono del Duomo, ma anche l’Arco della pace a Milano, il Duomo e altri; artisti come Giò Pomodoro e Giancarlo Sangregorio hanno fatto uso di questi marmi. La cava è visitabile e offre un viaggio suggestivo fino al salone di estrazione, luogo privilegiato per ascoltare il rumore della pietra.

Altri due impronte evidenti della storia che si incontrano nei pressi di Ornavasso sono la Linea Cadorna, linea difensiva utilizzata durante la Prima Guerra Mondiale, che comprende un fitto reticolo di strade e mulattiere militari, trincee, postazioni d'artiglieria, luoghi di avvistamento, ospedaletti e strutture logistiche, centri di comando, e la Casa Museo del Partigiano che attraverso reperti e documenti ricorda le gesta della divisione resistente Valtoce.

Sulla sponda occidentale del Lago Maggiore

Discendendo verso est, oltre il Lago di Meregozzo, Verbania si trova incastonata tra i due rami del lago Maggiore. Poco distante dalla Riserva Naturale del canneto di Fondotoce, la cittadina include nella lista delle attrazioni immancabili, Villa Taranto i suoi giardini botanici che offrono ben sedici ettari di superficie con migliaia di specie di fiori differenti. Quella dei fiori tipici, che trovano sulle sponde del lago il loro habitat privilegiato, è una tradizione che risale all’Ottocento, quando le grandi famiglie nobiliari introdussero nuove specie, importandole da tutto il mondo.

Alcuni esempi della maestosità di questi spazi verdi si conservano nelle Isole Borromee dove, oltre ai palazzi barocchi e alle collezioni d’arte di pregio, è possibile immergersi nel cuore dei giardini che custodiscono una varietà di flora e fauna uniche; il New York Times ha annoverato le tre isole come uno dei dieci luoghi più affascinanti del mondo.

Il legame con passato rimane un’impronta fondamentale per questo territorio che ha saputo raccogliere le intuizioni dei propri predecessori per valorizzare le materie prime. È accaduto con l’estrazione dell’oro, in Valle Anzasca, e con il tessile, di cui oggi si sono conservate pochissime produzioni di nicchia, specializzate nelle pedule e nei pezzotti, prodotti artigianali tipici e per questo ricercatissimi.

Un’altra produzione storica del Verbano Cusio Ossola è quella ceramica, diffusa sia in Valle Antigorio, oltre Domodossola, sia sulla sponda lombarda del lago, a Laveno dove si trova anche il Museo Internazionale del Design Ceramico (MIDeC). L’argilla estratta dal fiume Alfenza veniva lavorata per realizzare maioliche ispirate ai lavori degli antichi vasari: ancora oggi si riconoscono perché caratterizzate da cartiglio di intonazione barocca e fioriture marrone e azzurro.

Val D’Ossola da bere

Anche in Val d’Ossola vigono le stesse regole di tutto il Piemonte: A l’è mei ël vin caud che l’eva frësca, ossia: è meglio il vino caldo che l’acqua fresca.

Il vitigno autoctono è detto Prünent, un clone del Nebbiolo presente sul territorio almeno dal 1300, che viene coltivato col metodo della pergola.

Particolarità della zona, però, sono i birrifici artigianali che impreziosiscono le proprie bottiglie con prodotti tipici delle valli ossolane: birra aromatizzata alla menta oppure arricchita dalla segale coltivata in loco o ancora quella impreziosita con mais e miele di castagno.

Un solo obbligo, dunque: fedeltà alle tradizioni della terra.