Piacenza offre una visione territoriale d’insieme, ricca ed importante. La cornice in cui inquadrare la realtà produttiva della città porta infatti in un suggestivo altrove. Inevitabilmente lo sguardo è catturato da tutta la sua provincia: terra di tradizione antica è caratterizzata dalla bellezza panoramica delle sue valli e dalla vivacità di un paesaggio rurale che si esprime tra eccellenze enogastronomiche, storie di artigianato e vita di borghi medioevali dove si è anche sviluppata l’eterogeneità dei luoghi tipici del saper fare.
Lo scenario è quello che, dalle pianure attraversate dal Po, risale fino ai colli dell’Appennino emiliano: qui si stagliano insieme i bei profili degli antichi castelli, delle abbazie, delle case in pietra - che caratterizzano non pochi borghi del luogo - e delle distese di filari dedicati soprattutto alla coltivazione della vite.
Praticata già in epoca romana, la viticoltura piacentina caratterizza gran parte del territorio collinare e dà origine ad una produzione vitivinicola di indiscussa personalità: l’Ortrugo, lo Chardonnay, il Gutturnio Bonarda e il Malvasia sono vini biologici ricavati da lavorazione artigianale e che segnano un vero e proprio itinerario del gusto.
Quello del piacentino è infatti uno spazio suggestivo, disseminato di cantine e aziende vinicole spesso “ospitate” all’interno di antiche tenute nobiliari o manieri medievali e che diventano non solo luoghi della produttività ma anche della cultura, della storia e di un nuovo turismo sostenibile.
Rocca d’Olgisio, Agazzano e Rivalta sono nomi altisonanti di questo scenario.
Il Castello di Rivalta per esempio appare come una fortezza con tanto di torre e pinnacolo mentre gli interni rivelano ambienti decisamente nobili: ben cinquantaquattro sale e una corte quattrocentesca. Gazzola è il suo borgo d’appartenenza.
I borghi del piacentino – come anche Bobbio, Castell’Arquato, Nibbiano - si descrivono nella loro struttura medievale che ha disegnato per loro piccole piazze, vicoli e cortili. A Gazzola ci sono poi le “botteghe”, di quelle che potrebbero essere un quadro, con le loro ceste piene di frutta e i prodotti di salumeria appesi dopo la loro “legatura a mano”, per stagionare secondo la più antica delle tradizioni.
Piacenza è di fatto un’autentica valle del gusto: la sua produzione di formaggi, vini e salumeria le concede, in Italia, la più alta concentrazione di denominazioni DOC e DOP. Le degustazioni sono esperienze uniche, che spesso si vivono nel contesto degli antichi mulini medioevali della Val Tidone.
Tra i borghi emerge ancora quello di Grazzano Visconti: qui si incontrano gli artigiani del legno che lavorano i loro manufatti secondo la tipicità dello “stile Grazzano” elaborato con figure a intarsio, ispirate da una tradizione quattrocentesca e applicate in bassorilievo su pregiata mobilia. È il “lavoro della sgorbia”, praticato appunto con l’abile uso di questo scalpello.
Se nella provincia di Piacenza emergono ruralità, artigianalità e valore enogastronomico, nella città la ricchezza è quella legata alla memoria di un passato ricco di storia che possiamo leggere ancora nella bellezza del suo Duomo o dei suoi Palazzi, il Gotico e il Farnese. Il centro storico cittadino offre poi autentici gioielli architettonici come la Chiesa di San Sisto, ricca di affreschi e decorazioni del Settecento e il Teatro municipale dedicato a Giuseppe Verdi.