Credits: bolognawelcome.com
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Basterebbe dire che si trova a metà strada fra Modena, Bologna e Ferrara per svelarne il valore, eppure il piccolo paese di Pieve di Cento possiede una forte identità che riserva sorprese e stupore.
Entrato a far parte dei borghi “Bandiera Arancione” del Touring Club Italiano, si configura come un luogo di grande cultura sia per l’eredità del Guercino, originario proprio di Cento, sia per la presenza di importanti poli culturali di notevole pregio, come il Museo Magi ‘900 che ospita oltre duemila opere di arte contemporanea.
Il polo museale è stato pensato e voluto da Giulio Bargellini, fondatore dell’OVA, è stato un pioniere nella produzione di sistemi per l’illuminazione di emergenza, facendo di Pieve un centro produttivo industriale all’avanguardia.
Sebbene sia impossibile ignorare la storica tradizione artigianale della lavorazione ceramica che trova in questa zona un terreno fertile fin dall’antichità - per quanto riguarda Bologna basti citare il nome di Giacomo Minghetti -, un’eccellenza che si incontra passeggiando nella piazza del paese è quella legata alla scuola di liuteria, inaugurata all’inizio del Novecento dalla famiglia Carletti e Gotti, ha ospitato alcuni fra i più noti liutai al mondo e racconta una vivace attività artigianale nel campo del legno, che ha trovato poi in Ferrara la sua massima espressione.
Un’altra produzione che ha lasciato traccia della sua importanza nei secoli è quella della canapa, a cui Pieve ha dedicato un museo: Porta Asìa.
Fino agli anni Sessanta del Novecento infatti, questa è stata la fonte economica più redditizia del paese e questa attività viene ben raccontata attraverso reperti, cimeli e testimonianze visive.
Del resto, la fama di Bologna - e della sua provincia - come centri produttivi di tessuti pregiati e di qualità ha radici antiche e, sebbene con gli anni il panorama industriale di settore sia molto cambiato, rimane viva nel territorio quella cura al prodotto tipica della tradizione made in Italy.