Da Sesto Fiorentino a Firenze, presso la sesta pietra miliare
Colpo d’occhio irrinunciabile, incanto dei nostri e d’altri tempi: afflato sempiterno, il Rinascimento, qui, nell’entroterra toscano, ha una dimensione atemporale. Ubiquo, obliquo, traslato, sotteso. È Storia che fa da atrio alla storia, è evidenza svelata un anfratto alla volta. Terzo tra i comuni più estesi del capoluogo toscano, Sesto Fiorentino si adagia ai piedi di Firenze e si lascia respirare.
Un afflato di Rinascimento, molecola su molecola: Sesto Fiorentino e il suo territorio variegato, sinuoso, integro. A nord ovest della piana fiorentina, dove i cromatismi sfumano nelle tonalità verdi dell’erba, della speranza, della sorte. Comandano i parchi, a Sesto Fiorentino, ubicati nel mezzo dell’espansione urbanistica che li ha inghiottiti o, più similmente, non li ignorati affatto. C’è il parco della Piana con due laghi di interesse naturalistico: quello della Querciola e quello dei Cavalieri. Ci sono i siti archeologici etruschi: la tomba della Montagnola, la tomba della Mula e la necropoli di Palastreto. E c’è il fiore all’occhiello di Sesto, il Museo Richard-Ginori della Manifattura di Doccia che basta da sé per contestualizzare, fare chiarezza, strutturare il linguaggio.
Dal latino "ad sextum lapidem": il nome della città è un’espressione che indica la distanza di Sesto Fiorentino da Firenze: "presso la sesta pietra miliare".
C’è anche la semantica a fare da compendio al processo produttivo di Sesto, che è percorso di evoluzione culturale, economico e sociale: messo da parte il lavoro nei campi, la città ha acquisito una fisionomia precisa. Arte, bottega, artigiano, manifattura, ceramica: c’è il Rinascimento intero e – consequenziale, necessario, successivo – ci sono i tratti distintivi della sua traslazione nei giorni d’oggi.
La Manifattura Richard-Ginori, un fiore all’occhiello
Alla fine del Settecento Sesto Fiorentino è un borgo popolato la cui economia è basata prevalentemente sulle attività agricole, cui fanno seguito quelle artigianali e commerciali.
Dall’agricoltura all’alta manifattura passando per le esperienze laboratoriali dei Mastri artigiani. Il 1737, per Sesto Fiorentino, è un punto e a capo.
Il marchese Carlo Ginori fonda la Manifattura Doccia che costituisce una delle più antiche manifatture europee di porcellana. Il proposito del marchese era quello di fornire al paese nuovi sbocchi commerciali, oltre l’agricoltura, in seguito a una forte crisi politica segnata dalla successione dei Medici verso i Lorena.
Sin dall’esordio dell’attività, Carlo Ginori destinò alcuni locali del pianterreno della villa Ginori di Doccia, alla raccolta di modelli e ceramiche. Per questa ragione, nel 1754 fu creata una Galleria dedicata in cui esporre i migliori prodotti della fabbrica.
Successivamente, nel 1896, ci fu l’acquisizione della Ginori da parte della milanese Società Ceramica Richard e nel 1965 venne inaugurato l’attuale museo, costruito su progetto dell’architetto Pier Niccolò Bernardi e Fabio Rossi.
Nel 2017 è stato comprato dallo Stato italiano attraverso il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo che, attualmente, lo gestisce tramite la Direzione regionale Musei. All’interno delle sale vi sono vari oggetti in maiolica, porcellana e terraglia disposti in ordine cronologico e un’ampia parte della struttura è dedicata alla Richard-Ginori.
Dalle manifatture storiche alla produzione attuale
Tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 sono state fondate le prime aziende di ceramica artigianale e la produzione di alcune di esse, relative agli ultimi decenni, definisce le espressioni più significative della ceramica italiana dell’ultimo secolo.
A cavallo tra gli anni Venti e Trenta il settore ceramico sestese conobbe un periodo di evidente espansione, il quale confluì nella quarantina di aziende che hanno continuato a sviluppare una produzione identitaria, di metodi tradizionali e sperimentazioni innovative, riuscendo negli anni a non snaturarsi nel cogliere le esigenze di rinnovamento – dei processi, dei metodi e delle tecniche – dettate dal mercato.
Quanto ancora oggi incida nell’economia del paese il comparto della manifattura, lo testimoniano i numeri degli occupati: sebbene il settore più rappresentato sia il commercio, quello che occupa più addetti resta il manifatturiero, in cui opera quasi il 40% della popolazione residente.
Eredità della tradizione ceramica di Doccia, è la Fiera della Ceramica, manifestazione che si svolge ogni anno nel mese di settembre.