Alle pendici del Vesuvio e di fronte al mare
È incorniciata dal suggestivo paesaggio vesuviano, si estende lungo la costa orientale del Golfo di Napoli. Le sue origini risalgono a circa duemila anni e divenne il sobborgo residenziale di Ercolano: Torre del Greco mostrava infatti un elegante profilo architettonico, per lo più definito dalla bellezza delle ville imperiali e da incantevoli terme, era questo l’aspetto che andava a caratterizzare tutto il suo paesaggio costiero.
Ma l’eruzione del Vesuvio del 79 d. C. non risparmiò neanche un edificio e ogni pietra venne totalmente sepolta dai materiali vulcanici. Poi la ricostruzione, prima quella dei due piccoli villaggi di Sora e Calastro che uniti daranno vita a Turris Octava, una nuova Torre del Greco.
Di quel tempo e di quella storia resta oggi il fascino senza tempo dei suoi siti archeologici, delle chiese sepolte dalle lave, degli ipogei cittadini, delle rovine delle ville vesuviane che consentono di leggere tra le pagine di un tempo che per questi luoghi fu decisamente florido e regale.
I Boschi e le pinete che circondano Torre del Greco ne fanno ancora oggi un polmone verdeggiante, un territorio dall’aria salubre e terapeutica, come si è rivelato per il poeta dell’Infinito, Giacomo Leopardi: del suo lungo soggiorno a Villa Ginestra, assai prolungato per risollevarsi dalle afflizioni della sua idropisia, se ne conserva ancora una preziosa eredità letteraria, l’ultima lirica leopardiana ispirata proprio dalla suggestiva bellezza di questi luoghi.
Archeologia, storia e paesaggio non sono però le uniche pagine attraverso le quali definire il profilo di questa cittadina. Un capitolo importante è rappresentato dalla voce mare, da quelle profondità cristalline dove, da tempi altrettanto lontani, è praticata la pesca del corallo, attività divenuta tradizione, lavoro tradotto nella creatività dell’arte e della manifattura.
Pescatori della spugna d’oro, storia di un territorio che diventa madrepatria di un mestiere secolare
Il mare di Torre del Greco è da sempre un mare pescoso e prezioso, sono i suoi fondali a fare dono del corallo. Da sempre. Questo tipo di raccolta risalirebbe al Quattrocento e veniva praticata dalle cosiddette coralline, piccole imbarcazioni a vela, abbastanza veloci e attrezzate con reti di canapa che lasciavano il proprio porto spingendosi nel Mediterraneo, tra la Corsica, la Sardegna, la Sicilia o le coste tunisine, alla ricerca di quello che Ferdinando IV di Borbone definiva come la “spugna d’oro” del suo regno.
Questo andare per mare e alla continua ricerca rimase un fatto spontaneo per secoli, fu solo intorno all’Ottocento che cominciò a delinearsi un’attività connessa alla pesca del corallo.
Il primo passo in questa direzione sarebbe stato compiuto nel 1805 da un incisore francese, Bartolomeo Martin. L’artigiano d’oltralpe era approdato a Torre del Greco ed era un esperto lavoratore di pietre preziose, intuì le potenzialità offerte da questo luogo. Diede vita alla prima bottega dedita alla lavorazione del corallo e insegnò le tecniche di incisione alla gente del luogo.
Nel 1870 Torre del Greco è già considerata principale centro produttivo del corallo, otto anni dopo viene fondata la Scuola di Incisione sul Corallo e di Arti decorative affini, per la formazione delle maestranze artigiane.
Scuola e bottega. I laboratori artigianali dediti alla lavorazione della risorsa corallina definiscono nel tempo la tradizione orafa del territorio e popolano i vicoli della cittadina. Entrare in queste officine è assistere ad un lavoro maestro, sperimentare un turismo altro capace di mostrare arte e saper fare: i corallari lavorano da sempre con lime, bulini, archetti e dal corallo grezzo passano al taglio e alla lucidatura, creano, e se si tratta di gioielli praticano infilatura e incisione, modellatura e incastonatura.
Alla tradizione artigiana del corallo si unisce quella del Cammeo, inciso sulla madreperla. Quando le coralline rientravano dalle coste africane consegnavano agli artigiani torresi anche un ingente quantità di conchiglie sulle quali veniva praticata l’incisione per creare gioielli cammeo in pietre dure.
Oggi il rifornimento di coralli e conchiglie è più selettivo, controllato, è effettuato da sommozzatori specializzati, è praticato solo in aree esclusive, a salvaguardia del patrimonio ambientale.
I torresi sono viaggiatori e incisori capaci di scrivere e innovare una storia secolare della manifattura, tracciando nuove vie commerciali, solcando altri mari e integrandosi con nuovi mondi, mantenendo la tradizione, applicandola con forme nuove e sostenibili e contemplandola nel valore del proprio territorio.
Per questo a Torre del Greco non poteva mancare il Museo del Corallo, integrato nella sua scuola dell’arte. Al suo interno è custodita una pregiata esposizione delle lavorazioni artigianali artistiche in corallo come l’Adorazione dei Magi che risale al 1939, Madonna con Bambino in trono e i tre Cavalieri Medievali.