Villamassargia
Credits immagini:  

Powered by Froala Editor

Una valle… E di quelle incantevoli: si estende ampia tra le mille sfumature di quel verde agreste di cui solo la Sardegna sa coprirsi, poi tutt’attorno la suggestiva cornice dei rilievi dell’Iglesiente e, adagiato in questa culla del fiume Cixerri, l’antico borgo di Villamassargia; un autentico piccolo scrigno di tradizioni artigianali e agroalimentari, un delizioso centro storico edificato tra tipiche case di origine agro pastorali che si affacciano accanto a due edifici di culto, dominate poi da un castello medioevale e da un parco di ulivi secolari. 

Un piccolo paese la cui amenità è impreziosita da una incredibile quantità di luoghi storici che si rivelano fra i “nascondigli” immersi tra panorami montani di suggestiva bellezza: basta scendere tra le calotte della grotta sepolcrale di Corongiu Acca laddove sono affiorate antiche testimonianze risalenti al Neolitico e proseguire nella storicità di un territorio che conta il rinvenimento di circa trenta nuraghi all’interno dei quali sono stati ritrovati suppellettili in bronzo, armi e statuine votive; così è, per esempio, tra i nuraghi di Santu Pauli e Monte Exi fino alle tombe di Giganti di monte Ollastu. 

Un fascino archeologico che caratterizza anche i luoghi di ritrovamento di alcuni pozzi sacri che testimoniano invece l’adorazione che l’antico popolo di Villamassargia aveva per l’acqua. 

Un territorio da scoprire fin nelle sue profondità: Villamassargia ha partecipato all’epopea mineraria del Sulcis e la sua miniera di Orbai, immersa in una foresta e sfruttata già in epoca romana fino agli ultimi anni Sessanta, rappresenta il maggior patrimonio di archeologia industriale da cui si estraevano piombo e zinco. 

La natura, incontaminata, bella e suggestiva di Villamassargia si riapre al respiro di quello che è un vero e proprio museo a cielo aperto, l’Ortu Mannu: qui verdeggiano più di settecento maestosi ulivi secolari, piantati tra il 1300 e il 1600 dai monaci benedettini e che si offrono al paesaggio come vere e proprie sculture dai tronchi robusti e nodosi; tra questi c’è il Sa Reina, il cui fusto è di 16 metri di diametro… Un vero e proprio monumento della natura. 

Monumentalità di pietra è invece il Castello di Gioiosa Guardia le cui rovine si elevano su di un colle a pochissimi chilometri dal paese e il cui nome riconduce alla funzione di “guardia” che la fortezza aveva su tutta la vallata del Cixerri. Fu costruito tra il XII e il XIII secolo, tutto in andesite, per volontà dei conti Della Gherardesca, fu poi possesso della repubblica di Pisa e infine degli aragonesi. 

Nel cuore del paese invece due piccoli tesori del culto locale: la chiesa parrocchiale della Madonna della Neve, straordinariamente ascetica e d’impronta gotico-catalana e la chiesa di Nostra Signora del Pilar la cui facciata in pietra sedimentaria e stile romanico ha conservato l’aspetto originario.