Il paesaggio è dalle infinite meraviglie: tutto comincia su di un promontorio, il capo di Pula, separato dalla terraferma da un istmo che si estende su due punte, O Sa Punta e Su Coloru e poi la Punta del Coltellazzo dominata da una torre del XVI secolo dinnanzi ad una piccola isola; è su questo sfondo naturalistico che sorge uno dei siti archeologici più importanti della Sardegna e che ci porta a Nora, una prospera città che fu prima fenicia, poi cartaginese e infine romana, insomma un importante gioiello tramandatoci attraverso tre millenni di storia.
Il racconto storico di Nora ha il suo inizio grazie ad una mareggiata che nel 1889 portò alla luce un cimitero fenicio-punico, gli scavi successivi svelarono poi i resti del tempio di Tanit, la dea cartaginese, e con essi il più antico documento dell’Occidente: la Stele di Nora dove per la prima volta compare il nome “Shrdn”, Sardegna.
All’ingresso del parco sono ben visibili i ruderi delle celebri terme di Nora mentre lunghe vie pavimentate conducono ancora oggi nel cuore dell’antica città: il Foro. Un pronao a sei colonne evoca l’antico tempio mentre a nord dell’area emergono la necropoli e l’acquedotto.
Lungo la costa è collocata invece la casa dell’atrio tetrastilo, un’abitazione signorile del III secolo d. C. con porticato a quattro colonne e stanze rivestite di mosaici tra i quali il bellissimo di Nereide, raffigurato su di un centauro marino. Imponenza e meraviglia caratterizzano l’anfiteatro che originariamente contava venti gradinate e mille posti a sedere.
L’ultimo grande edificio è invece il santuario di Esculapio con la sua splendida terrazza mosaicata risalente al IV secolo, successivamente al quale iniziò il declino di Nora.
Un cambio di prospettiva, di approccio, di aspettative… avere la fortuna di visitare Pula e i suoi dintorni impone tutto questo. Non ci si interroga più su cosa fare, a Pula. Piuttosto, l’ansia è quella di non avere il tempo sufficiente per godere appieno di questo “paradigma sardo” i cui elementi sono natura, arte, storia, cultura, immersi in una luce abbacinante.
La sensazione è che i raggi del sole, prima di poggiarsi su calette e spiagge incontaminate dai nomi evocativi di su Guventeddu, Santa Margherita, Cala Marina, Cala Bernardini, Cala d’Ostia, Cala Verde, Cala Cipolla, o sui resti sorprendenti resti archeologici di Nora, passino attraverso un caleidoscopio che ne accentua colori e calore.
Il primo approccio con Pula dovrebbe avvenire proprio dalle rovine dell’antica città di Nora, a ridosso di Capo Pula. A parte l’incanto suscitato dalla natura e dal paesaggio circostante, a stupire è la vista di reperti archeologici che testimoniano tremila anni di storia sarda: dalle tracce fenicie e poi puniche, fino alla presenza dominante di ruderi di epoca romana; da quando Nora divenne municipium nel I secolo d.C., e nei due secoli successivi, rappresentò il centro nevralgico dell’isola, caput viæ di tutte le strade sarde. Molti reperti provenienti dal sito sono custoditi presso il Museo Giovanni Patroni, a Pula, e nel Museo Archeologico di Cagliari. Oggi Nora rivive prestandosi come suggestivo scenario del Festival La Notte dei Poeti. Anche la baia di Nora merita attenzione: oltre al paesaggio dominato dalla Torre del Coltellazzo, alla sabbia dorata e al mare di cristallo, qui si intrecciano storie e tradizioni locali, testimoniate dalla piccola Chiesa di Sant’Efisio, a cui la popolazione di Pula è particolarmente devota. Indimenticabile, per chi ha la fortuna di assistervi, la processione dedicata al Santo martire, che si svolge il 3 Maggio. Anche le aree più interne offrono paesaggi e ambienti naturalistici spettacolari. Da non perdere un’escursione alla laguna di Nora, habitat di rari uccelli stanziali e migratori, e qualche bella passeggiata nell’estesa pineta che segue la costa fino alla meravigliosa Chia (Domus de Maria). Addentrandosi ulteriormente verso l’interno ci si imbatte nelle misteriose foreste di Is Cannoneris e Pixinamanna, esplorabili grazie ai sentieri opportunamente attrezzati per la pratica del trekking, “perdendosi” tra lecci, macchia mediterranea e conifere, dove non mancano piante rare, curiose formazioni rocciose, corsi d’acqua e testimonianze di civiltà preistoriche. Il tutto sotto lo sguardo, cauto ma curioso, di cervi e daini, con cui è stato ripopolato il sito. Il richiamo irresistibile di Pula si completa con le molte attività sportive legate al mare che il clima qui consente anche fuori stagione, e con un’offerta di enogastronomia, intrattenimento e relax che va oltre ogni aspettativa.