Chiesa di San Cristoforo alla Certosa

La realizzazione di un monastero certosino a Ferrara fu, nel 1452, desiderio e volontà di Borso d’Este che, a tal fine, invitò in città i monaci di Grenoble appartenenti all’ordine certosino. 

Il monastero, come imponeva la regola dell’ordine, doveva sorgere in un luogo isolato, lontano dal centro cittadino ma già pochi decenni dopo, con il compiersi dell’Addizione Erculea voluta da Ercole I d’Este, il complesso monastico venne a trovarsi all’interno delle mura cittadine. 

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Ed è proprio in questo ideale baricentro ferrarese che ancora oggi si può ammirare la Chiesa di San Cristoforo alla Certosa: la facciata è incompiuta, forse in attesa di un rivestimento marmoreo mentre nel Settecento fu aggiunto un monumentale portale di marmo sormontato dallo stemma dell’ordine certosino. 

L’interno della chiesa è a navata unica e con sei cappelle laterali: alle basi dei pilastri sono collocati dei bassorilievi marmorei di inizio Cinquecento che raffigurano le imprese araldiche della casata estense. 

La Chiesa si fa scrigno di un pregevole patrimonio di opere d’arte tra cui dipinti di autori ferraresi del tardo Cinquecento, cori lignei, un notevole ciborio, pale, crocifissi e altri arredi liturgici.

Il Territorio
Ferrara

Ferrara

Per chi si trova ad attraversare l’Italia da Nord a Sud o da Ovest a Est o nelle due direzioni opposte, Ferrara rappresenta la deviazione obbligata, in particolar modo per la sua arte, per la storia che ne definisce la geografia urbana, per le preziose produzioni autoctone che contribuiscono a renderla un luogo di bellezza. Decretata Patrimonio dell’Umanità per la prima volta nel 1995, in seguito ha ottenuto un secondo riconoscimento per il delta del Po e per le delizie estensi, le residenze storiche dei duchi d’Este presenti sul territorio emiliano-romagnolo.

L’impronta estense

Cuore pulsante del Rinascimento grazie al prestigio della corte Estense, la traccia dell’antico splendore è rimasta impressa nella tecnica della ceramica graffita, risalente proprio al XV secolo e riportata in vita da un gruppo di coraggiosi ceramisti. Le botteghe artigianali che popolano la cittadina conservano i soggetti e i simboli dell’antichità, che prendono nuovamente vita soprattutto grazie al verde ramina, al giallo ferraccia e al viola manganese, i tipici colori di questa produzione. Si narra che sia stato proprio il Duca Alfonso I d'Este a rendere protagonista sulle tavole il vasellame in ceramica, sostituendolo a quello in oro e in argento in uso fino a quel momento.

Forse anche per questo, un’altra produzione artigianale che anima e caratterizza questo territorio è la terracotta. Concentrata soprattutto nel centro storico di Ferrara, è facile imbattersi in laboratori artigianali intenti a decorare a mano piccoli oggetti in pietra refrattaria. Ne rappresentano un esempio i fischietti a forma di animale ma anche altri accessori di uso quotidiano che, con la loro presenza variopinta, aumentano la bellezza delle abitazioni, anche di quelle più semplici.

La forte resistenza del settore artigianale, in crescita rispetto alla media nazionale, ha poi reso vivace altre maestrie: la lavorazione del ferro battuto, del rame e del peltro, i laboratori di oreficeria e gioielleria e - in particolar modo - la produzioni di mobili artistici.

La corte in musica

Un ulteriore legame con la corte estense viene dalla tradizione musicale ferrarese. La produzione e il restauro di strumenti classici è sicuramente una peculiarità del luogo, che si declina nelle liuterie storiche, come nel caso di Gabriele Pandini, ma anche organi antichi di cui i nomi Ferraresi e Strozzi rappresentano garanzia di qualità.

Nei secoli Ferrara è stata in grado rimodernare questa eredità, divenendo un punto di riferimento anche per la musica contemporanea, ospitando Festival internazionali sia di musica contemporanea - Ferrara sotto le Stelle, Comfort Festival, Ferrara Summer Festival e Busker’s Festival - sia di musica classica e rinascimentale.

(Continua)