Nuove Forme Firenze

Ceramica e alta manifattura artigianale
Sesto Fiorentino

Nuove Forme Firenze

Ceramica e alta manifattura artigianaleSesto Fiorentino

Nuove Forme Firenze è un’azienda di ceramica fondata da Alvino Bagni a Sesto Fiorentino. Realizza collezioni e prodotti accessori per la casa ed è specializzata in creazioni artigianali moderne o di design e nelle riedizioni di pezzi del campionario dell’antica Ceramiche Bagni. Alla cura del dettaglio e ai metodi distintivi del saper fare artigianale, si affianca un’attività di ricerca delle texture per valorizzare la qualità visiva e tattile della superficie ceramica, il cui potenziale effettivo è ancora inesplorato.
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L’eredità preziosa di un ceramista tra i più lungimiranti

Si può essere innovatori per tradizione o è un paradosso linguistico? L’ossimoro stavolta regge: lo acclara il percorso evolutivo di Nuove Forme, realtà importante dell’artigianato italiano che affonda le radici nella storia della ceramica fiorentina e si sviluppa su tratti identitari definiti. Tra essi, un necessario processo di studio e ricerca: così gli elementi distintivi di un passato irrinunciabile si incastonano nell’esigenza di nuove opportunità procedurali.

Nuove Forme è un’eredità: nel suo bagaglio, ciascuno dei preziosi elementi valoriali della vecchia manifattura Alvino Bagni, tra le principali realtà della tradizione ceramica fiorentina. Erano gli anni immediatamente successivi al Secondo conflitto: anche in Italia, il Dopoguerra fu occasione di eccezionale rifioritura e la rinascita – economica, sociale, culturale – diede vita a esperienze professionali che attribuivano forme nuove a elementi sostanziali radicati.

3500 piattini con la scritta “I like Ike”: nasce tutto così 

Fu il caso della lavorazione della ceramica: un brulicare di personalità a trasferire entusiasmo, idee e conoscenze. Il panorama fiorentino è un’esplosione di cognomi: Gambone, Londi, Bagni, ciascuno con peculiarità riconoscibili, confluite tutte nel contesto della ceramica artistica. Si distinguono per forma espressiva, spiccata sensibilità, conoscenze specifiche: ciascuno in grado di restituire all’artigianalità nuovi contenuti, elementi tecnici e tocco distintivo.

Alvino Bagni si avvicina alla ceramica da ragazzo: con gli insegnamenti dell’artista Torello Santini, inizia a lavorare nella bottega della Manifattura ceramica di Arnaldo Pugi e, nel 1946, dà vita al primo laboratorio. La storia delle ceramiche Bagni inizia con 3500 piattini su cui era scritto “I like Ike”, realizzati per la campagna elettorale di Eisenhower che, nel 1953, diventa Presidente degli Stati Uniti. È l’imprenditoria americana a riconoscere, prima tra tutte, il valore di Alvino Bagni, consolidando collaborazioni e rapporti commerciali: nascono produzioni moderne in equilibrio tra materia, tecnica, tradizione ed estetica.

Manifattura artistica di qualità e necessità di sperimentare

II made in Italy artigianale, che si caratterizza per qualità e metodo, decolla anche per motivi economici: il prezzo della ceramica, legato a quello della manodopera, negli anni Cinquanta è accessibile perché un lavoratore costa poco. Le ceramiche Bagni si distinguono quale manifattura artistica di alta qualità, per la cura dei dettagli e delle tecniche di lavorazione. La necessità sperimentale di Alvino Bagni tratteggia l’uomo prima di connotare l’artigiano e diventa tratto distintivo.

Negli anni Ottanta Alvino Bagni è tra i ricercatori più apprezzati e lungimiranti, concentra gli sforzi per affinare le tecniche di texture, combinazioni cromatiche, chimica degli elementi. Produce per grossisti e importatori: non è un brand, non è un marchio; non interessa esserlo, a tal punto numerose le richieste della committenza che i compratori si mettono in fila. Pragmatico e concreto, Alvino Bagni non rinuncia alla visione utopica dell’artigiano che mira all’industrializzazione dei processi lavorativi della ceramica: apre un colorificio per avere pieno controllo della materia e scandagliarne le potenzialità, crea un’automazione dei macchinari per le decorazioni che consenta la serialità della produzione.

Non è possibile silenziare uno spirito esplosivo

La globalizzazione è l’inizio della fine. Anni Ottanta: legato al tratto peculiare del lavoro artigianale, Alvino Bagni non regge il passo della concorrenza a buon mercato. Mentre a Oriente sorge un sole di rinnovata competitività, dalle parti di Firenze – sulle ceramiche Bagni – fa capolino il tramonto. 

Cala il buio sulle esperienze, ma silenziare uno spirito esplosivo è impossibile. La simbologia dantesca aleggia sempre, da quelle parti: non è l’Inferno, non è il Paradiso, semmai un Purgatorio che fa da anticamera. Le pulsioni sono intatte, le esigenze rinnovate: quando, nel 1993, dalle ceneri delle Ceramiche Bagni prende vita il corso di Nuove Forme, metodo e impostazione non cambiano. La famiglia a fare da ponte tra i lasciti della storia e lo sguardo al futuro: con Alvino Bagni e la nipote Maria Chiara Ghiretti ci sono Gianfranco Ghiretti e i collaboratori storici.

Nuove Forme: la storia riparte da Sesto Fiorentino

Nuove Forme riparte da Sesto Fiorentino: in continuità con la tradizione, percorre sentieri precedentemente inesplorati. Il lavoro per la committenza resta un caposaldo ma gli orizzonti ai quali guardare sono altri. Occorre darsi un’identità: raccontare di sé al mondo, divulgare l’artigianalità del saper fare, diventare riconoscibili. È tutto lì, ci ha pensato Alvino Bagni: a Nuove Forme non resta che unire i punti seminati dal Mastro artigiano, il quale, a sua volta, aveva attinto da altri laboratori e altrettanti artigiani, figli della secolare tradizione delle botteghe degli artisti rinascimentali, diventati bravi artigiani e capaci di tenere viva l’aspirazione di trasferire le velleità artistiche in ambito artigianale.

Sperimentazione della materia, dei colori, degli smalti e delle forme: Nuove Forme è una annunciazione espletata già nel nome. Lavorazioni di ceramiche su misura e texture inimitabili: si traduce in prodotti moderni o di design, riedizioni di pezzi del campionario storico o progetti su misura del cliente. La ricchezza dell’azienda è il suo bagaglio tecnico, dal quale attingere a piene mani; la visione del nuovo corso abbraccia featurings e collaborazioni con figure di riferimento del design internazionale, chiamate a puntellare con un tocco personalissimo la fisionomia di un brand che punta sulla qualità, sulla conoscenza della materia e sulle interazioni con il territorio produttivo. Agire localmente, pensare globalmente: la struttura produttiva vanta una duratura collaborazione con piccoli artigiani che si occupano della realizzazione dei modelli in gesso o del tornio; le fasi di smaltatura, decorazione, cottura e imballaggio vengono eseguite direttamente in sede.

Dalla fabbrica al brand, dal prodotto alla collezione

Il passaggio di legittimazione e autorevolezza passa dalla fabbrica al brand: dito puntato verso il mercato internazionale, arrivano le collezioni esclusive. Il debutto non può che essere figlio dell’eredità e del legame familiare.

PRIMA: la prima collezione, l’esordio per raccontare l’azienda attraverso una selezione eterogenea di oggetti recuperati da un archivio storico inestimabile. Dodici prodotti decorativi sono l’emblema della varietà e ricchezza di textures e finiture, combinano tradizione e artigianalità a ricerca e design.

ICONE è un concept consequenziale: nasce da Simona Cardinetti e Christoph Schnug, chiamati a reinterpretare forme iconiche dall’archivio della Manifattura Alvino Bagni. La contemporaneità formale di oggetti realizzati tra gli anni Cinquanta e Ottanta è modulata con le contaminazioni socio-culturali dei tempi recenti: nuovi codici cromatici conservano intatta la modernità e la forza espressiva dei pezzi originali.

RICCIO è il decoro: un classico della storia della ceramica Bagni diventa il tratto distintivo di Nuove Forme. Pulizia, bellezza, minimalismo: l’essenza del marchio è un trittico esclusivo che si evidenzia in una decorazione geometrica complessa per esecuzione e rigorosa nella linea. I pallini a rilievo del riccio sono la quintessenza delle abilità tecniche dell’alto artigianato italiano che debutta in occasione dell’edizione 2022 del Salone del Mobile.

Dalla tradizione all’innovazione nel segno del texture

Commistioni e mescidanze, intrecci e tessiture, memorie e prospettive: l’evoluzione artigianale di Alvino Bagni si colloca con naturalezza nell’innovativo concept brand di Nuove Forme che, senza svincolarsi dalle manifestazioni espressive più tradizionali, reinterpreta i canoni della sua stessa artigianalità. Restano essenziali valori e storia, autenticità e metodi, ricerca e analisi. Resta peculiare l’investimento – sostanziale e concettuale – nell’indagine approfondita delle texture: la qualità visiva e tattile di una superficie, quella ceramica, è già esplorata e tutta da esplorare, è già conosciuta e tutta da conoscere. Si fa largo la necessità di instaurare collaborazioni proficue con le figure professionali dell’alto design italiano per dare vita a un linguaggio artistico rinnovato e a narrazioni di più ampio respiro. Trova spazio l’esigenza di strutturare un comparto di marketing e comunicazione che sappia cogliere le opportunità offerte dall’evoluzione digitale e insinuarsi tra le pieghe di un mercato – quello del made in Italy – che intercetti le richieste dell’utenza ubicata oltre i confini nazionali. Eccola Nuove Forme Firenze; ed ecco l’eredità imprescindibile di Alvino Bagni: la cura amorevole, dalla culla alla maturità, di un pargolo che alla luce riflessa ha sostituito luce propria.