Roberto Monte si forma presso la facoltà di Architettura all’Università di Napoli, ma si accorge presto di possedere un’attitudine che va oltre il mestiere tradizionale del designer. Durante un’esperienza lavorativa a Vicenza, scopre gli oggetti, che concepisce da subito oltre il loro utilizzo: sono veicoli di pensiero. Dapprima inizia a disegnare per i suoi clienti, a poco a poco però si avvicina all’idea che i suoi progetti possano diventare replicabili. A partire dal 2000 fonda un marchio a suo nome.
Inizialmente la sua ricerca artistica approfondisce il tema del movimento e del non finito, entrambi si riversano sui suoi primi pezzi unici d’arredamento, che si completano soltanto con l’utilizzo, col coinvolgimento dell’utente: dopo aver partecipato per tre anni consecutivi al Salone di Milano, nel 2005 riceve la nomination all’Oscar del Design al Salon du Meuble di Parigi per la seduta Unbroken wave.
La necessità espressiva più urgente di Roberto è quella di scardinare i modi classici di intendere gli oggetti. I suoi arredi rivelano sempre un pensiero, una riflessione sul mondo.
Piccolo Faro, portacandele in cotto Rufoli, prodotto nella storica fornace De Martino, segna una svolta nel percorso creativo di Roberto. L’oggetto esce da sé e diventa portatore di emozioni che non si possono toccare.
Il design è un’interrogazione. Ciò che resta è il pensiero, il racconto dell’oggetto.
Le quattro collezioni d’arredo che Roberto Monte presenta oggi sono la narrazione di questo approfondimento con la materia che da pensiero può diventare la sua stessa negazione.
L’attenzione ai materiali e lo stretto legame con le artigianalità locali sono sempre al centro della filiera produttiva in cui nascono questi oggetti d’arredo dal design complesso che sono portatori di un made in Italy ricercato. I pezzi unici di Roberto Monte sono tutti confezionati manualmente dall’artista che porta a termine così il suo atto creativo, lasciando la parola a chi verrà dopo di lui.